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Istat: Italia, 80% delle case in zone a rischio sismico

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Quasi l’80% del totale delle case in Italia si troverebbe in zone a rischio sismico medio alto. Sono i dati diffusi ieri dall’ISTAT. Nel corso dell’audizione tenutasi ieri a Roma, i rappresentanti dell’ISTAT hanno fornito alcune importanti indicazioni circa la conformazione e l’ubicazione...

Quasi l’80% del totale delle case in Italia si troverebbe in zone a rischio sismico medio alto. Sono i dati diffusi ieri dall’ISTAT.

Nel corso dell’audizione tenutasi ieri a Roma, i rappresentanti dell’ISTAT hanno fornito alcune importanti indicazioni circa la conformazione e l’ubicazione del patrimonio edilizio del nostro paese. In Italia, quasi otto case su dieci si troverebbero, secondo l’istituto, in porzioni di territorio a rischio sismico da medio a alto.

In Italia otto case su dieci in zone a rischio sismico: un territorio intero soggetto a terremoti

Si tratta del 78,3% delle case italiane che, con percentuali diverse, risultano all’interno delle zone sismiche di livello 1, 2 e 3. La maggior parte, circa il 41% (40,7%) risulta in zona sismica 3, quella a rischio basso. Il 32% si trova invece in zona 2, dove il rischio è considerato medio, mentre il 5,6% si trova nella zona a maggior rischio, ovvero la zona sismica 1.

Circa il 20% delle abitazioni è ubicato in zona 4, quella dove il rischio è bassissimo, seppure presente.

Più di metà delle abitazioni è costruita senza rispettare i più vecchi criteri anti sismici

In più della metà dei casi, inoltre, le case ubicate nelle zone 1, 2 e 3 risultano edificate prima del 1971 e quindi sono prive della documentazione specifica relativa alla denuncia delle opere strutturali (obbligatoria in Italia a partire dalla Legge 1086 emanata proprio nel 1971), nonché di certo non a norma con le prime regole costruttive anti sismiche emanate poco dopo (si tratta della Legge n° 64 del 2 febbraio 1974).

Nel complesso, quindi, la situazione del patrimonio edilizio italiano comporta un elevato grado di esposizione al rischio sismico, con conseguente esigenza, secondo i tecnici, di intervenire con un massiccio piano di prevenzione e messa a norma (o ricostruzione) di un enorme numero di edifici. Basti infatti considerare che, sempre secondo l’ISTAT (rilevazioni del 2011), in Italia si contano circa 14 milioni e mezzo di edifici.