Italia, costo servizi pubblici fra i più alti, inefficienza e corruzione

La Corte dei Conti ha evidenziato come in Italia l’inefficienza favorisca nei fatti la corruzione. Dalla ricostruzione post sisma alla prevenzione.

Inefficienza e corruzione, due aspetti di uno stesso fenomeno, secondo il presidente della Corte dei Conti Arturo Martucci di Scarfizzi. L’inaugurazione dell’anno giudiziario è stata l’occasione per parlare di molti temi di grande attualità, mostrando quanto questi possano essere legati ad alcuni dei problemi storici di cui soffre il nostro Paese.

Terremoti e ricostruzione: occorre mettere in campo misure di prevenzione

Partendo dai terremoti che hanno colpito – e continuano a colpire – il Centro Italia, il presidente della Corte dei Conti ha evidenziato che, per quanto si tratti di eventi senza alcun dubbio “eccezionali”, i conseguenti effetti sono da considerare “continuativi”. Per questo, “programmare una protezione contro effetti drammatici di eventi sismici che presentano carattere di potenziale continuità” rappresenta una forma di “prevenzione” da non considerare “slegata dalla ricostruzione”.

L’inefficienza nell’attuazione delle procedure rischia di favorire fenomeni di corruzione

E, nell’ambito delle azioni di ricostruzione, si innesta un problema di “inefficienza” con potenziali effetti negativi in termini di corruzione. Il tema è stato affrontato dal Procuratore Generale della Corte dei Conti Claudio Galtieri, il quale ha sottolineato che “l’utilizzazione delle risorse pubbliche avviene attraverso procedure e meccanismi che, per la loro complessità e la loro diffusione nel territorio, favoriscono spesso fenomeni distorsivi che determinano sia inefficienze sia, in modo non infrequente, fenomeni di rilievo penale”.

Il legame nocivo fra inefficienza e corruzione (“particolarmente consistente negli appalti pubblici”) deve essere combattuto, quindi, con “trasparenza, semplificazione, tempestività dei procedimenti, limitazioni delle deroghe”. Ancora Galtieri ha riferito che, secondo la Corte dei Conti, l’Italia è uno degli Stati “in cui in media è più alto il costo dei servizi pubblici, con conseguenti effetti negativi sulla competitività delle imprese”, uno scenario in cui invece hanno vita facile le “società a partecipazione pubblica che riescono a scaricare le loro inefficienze sulla collettività attraverso la leva tariffaria”.