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Italia-Francia, Morelle: Draghi e Macron, accordo da uomo a uomo

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Roma, 19 gen. (askanews) - Tra Mario Draghi ed Emmanuel Macron "oggi c'è un accordo da uomo a uomo, da visione politica a visione politica". Così in un'intervista ad askanews Aquilino Morelle, testimone privilegiato della politica francese, 'plume' di Lionel Jospin a Matignon dal 1997 al 2002, p...

Roma, 19 gen. (askanews) – Tra Mario Draghi ed Emmanuel Macron “oggi c’è un accordo da uomo a uomo, da visione politica a visione politica”. Così in un’intervista ad askanews Aquilino Morelle, testimone privilegiato della politica francese, ‘plume’ di Lionel Jospin a Matignon dal 1997 al 2002, poi consigliere di François Hollande nella sua salita al potere e all’Eliseo dal 2012 al 2014.

“In Draghi, Macron ha trovato un alleato, un orecchio attento, uno spirito con il quale può lavorare con intelligenza” dice Morelle. “Ma se un domani Draghi dovesse essere eletto alla presidenza della Repubblica al posto di Sergio Mattarella e un altro arrivasse a Palazzo Chigi, non so quello che succederebbe. La dimensione umana conta molto”.

Morelle è considerato un’eminenza grigia ma schietta e diretta, che ha espresso molto chiaramente il suo pensiero e la sua visione politica in particolare nell’ultimo suo volume pubblicato in Francia da Grasset ‘L’Opium des élites’, un libro in cui ripercorre tutta la storia della costruzione europea.

Resta comunque un fatto: “Il trattato del Quirinale del 26 novembre 2021 è molto importante” e “il testo deve essere preso per ciò che è: un momento importante politico dell’Unione Europea”, precisa Morelle durante l’intervista rilasciata a Roma nella Sala Rossa dell’Antico Caffé Greco.

Quello a cui aspira Macron è davvero un funzionamento a tre (Francia-Germania-Italia) oppure le posizioni di Draghi e Macron iniziano a essere molto più vicine che quella di Parigi con Berlino?

Morelle: “Sì, possono esserlo ad esempio la questione della riforma dei criteri di Maastricht (il limite del 3% del deficit di bilancio e del 60% di debito pubblico) è importante per l’Italia e per la Francia, e anche per la Germania ma in un’altra maniera. Sul 3% Macron, va detto, è stato molto lucido e anche molto onesto, dicendo nel novembre 2019 all’Economist, che non corrispondeva più ai criteri della macroeconomia attuale. Quindi da questo punto di vista c’è una convergenza reale tra Macron e Draghi, che da presidente della BCE ha condotto una politica estremamente pragmatica per salvare l’area euro. E ci è riuscito. Quindi Draghi un banchiere, come Macron europeista, forse federalista ma pragmatico, vede quello che può funzionare e quello che non funziona. Su questo punto i due uomini sono d’accordo, e probabilmente non sono d’accordo con la coalizione tedesca perché come sapete nella coalizione tricolore tedesca i liberali sono molto ortodossi, seguono rigidamente i parametri di Maastricht e il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner sembra per ora molto rigido su tali questioni. Bisogna vedere se Macron e Draghi insieme riusciranno a smuovere la Germania e a farla camminare nella loro direzione”, conclude Morelle.

Intervista di Cristina Giuliano

Montaggio di Linda Verzani

Immagini askanews, Afp

Voce: Paolo Menzione