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Italia Music Lab contro il “gender gap”: come favorire l’inclusione nell'industria musicale italiana

Italian Music Lab

La Fondazione Italia Music Lab ha deciso di intraprendere una serie di misure e attività per fare attivamente la propria parte e favorire l’inclusione nell'industria musicale italiana.

La differenza tra uomo e donna esiste anche nel 2022: il divario di genere, in Italia e non solo, resta una piaga che appare difficile da arginare. Italia Music Lab prende posizione sul gender gap e “dà i numeri”, proponendo azioni concrete sul tema della diversità e dell’inclusione nell’industria musicale italiana.

Italia Music Lab, le due nuove collaborazioni per ridurre il gender gap

Italia Music Lab vuole contribuire a costruire un’industria musicale più rappresentativa e più inclusiva, che tenga conto di tutte le diversità nel rispetto di tutte e tutti, in cui ogni persona si senta al sicuro e valorizzata.

La musica è sempre stata un mezzo per esprimersi liberamente, abbattere stereotipi, combattere le disuguaglianze, creare ponti: la Fondazione Italia Music Lab annuncia una serie di misure con l’obiettivo di ridurre il gender gap e la discriminazione nella musica italiana. Prime fra tutte, due nuove collaborazioni: una partnership con Equaly, realtà italiana che si occupa di parità di genere all’interno del music business, e la sponsorizzazione a Keychange, un’iniziativa co-finanziata dall’Unione europea che sta trasformando il futuro della musica internazionale.

Italian Music Lab

I numeri sul gender gap

Italia Music Lab fornisce i numeri del divario di genere nella musica italiana e internazionale:

  • Nelle prime 20 posizioni dei dischi più venduti in Italia nel 2021 c’è solo un’artista;
  • Tra gli autori iscritti alle maggiori società di collecting europee, le autrici rappresentano in media il 16%;
  • Le musiciste valgono il 14,1% del totale degli artisti presenti nelle classifiche di Spotify in Italia; i musicisti sono il 58,4%, mentre le band il 27,5%;
  • In Italia, su un campione di 389.219 registrazioni musicali, i ruoli da interpreti primari per le donne sono l’8,32%, contro il 91,68% degli uomini;

Nella classifica Billboard delle 100 canzoni più di successo tra il 2012 e il 2020, le donne hanno rappresentato solo il 2,6% dei produttori.

Sebbene i dati siano particolarmente sconfortanti, non mancano le buone notizie. Il trend, infatti, appare in miglioramento: guardando alle classifiche Spotify, negli ultimi 4 anni è cresciuto il numero di artiste under 30 italiane. Al momento il 59% delle artiste presenti in classifica singoli è under 30, una demografica che ha avuto una percentuale di crescita superiore agli uomini, segno che il vento sta finalmente cambiando grazie alle nuove generazioni.

Guardando all’estero, sono interessanti i dati riportati dal report annuale “FACTS” di Female Pressure: la quantità di artiste presenti nelle lineup di festival di musica elettronica nel mondo è cresciuta dal 9% nel 2012 al 27% del biennio 2020-2021. Contrariamente a quanto si possa pensare, i festival più grandi tendono ad avere una percentuale minore di artiste in lineup, al contrario dei festival finanziati da fondi pubblici e quelli guidati da direttrici artistiche.