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Ius soli, partita aperta in parlamento: in 157 sono pronti a votare a favore

Ius soli

Ius soli, partita nuovamente aperta: 157 parlamentari si dicono pronti a votare la legge.

Si ricomincia a parlare di Ius Soli. Dopo i rallentamenti, i dubbi e le innumerevoli polemiche scoppiate in questi ultimi mesi, finalmente si apre uno spiraglio utile a smuovere la situazione e ad arrivare a un risultato. A quanto pare, infatti, i numeri sono cambiati. Rispetto a prima della pausa estiva, pare che i parlamentari si stiano assestando su posizioni diverse da quelle dichiarate in precedenza.

Sono, dunque, cambiati i numeri: allo stato attuale, infatti, sarebbero 157 i senatori favorevoli alla legge sulla cittadinanza. A differenza di quanto non fosse solo qualche mese fa. Questo, come si comprende bene, è un numero che si avvicina molto ai 161 della maggioranza assoluta e sufficiente a far passare i provvedimenti nell’Aula di Palazzo Madama.

Non ci sono, come si può immaginare, conferme rispetto a questi nuovi conteggi, è solo un numero che emerge dal lavoro che in questi mesi viene portato avanti da chi crede in questa legge e si sta spendendo perché venga approvata. Il progetto, portato avanti caparbiamente da alcuni parlamentari, trova uno dei suoi leader nel capogruppo del Partito Democratico, Luigi Zanda, che rispetto al lungo lavoro svolto per avere dala sua più parlaentari possibile, dichiara: “Noi non molliamo, siamo ottimisti.”.

Ius soli

Lo Ius soli, quindi, può aspirare a diventare legge, e l’idea è che ci si riesca prima della fine di questa legislatura. Chi sono i deputati a favore fino a questo momento? Così come riporta Il Corriere della Sera, la quota 157 può contare, così come stanno le cose allo stato attuale, diversi blocchi politici, fra cui Pd, senatori di Sinistra italiana, i bersanian-dalemiani di Mdp e i socialisti del gruppo Misto.

Il lavoro, però, non è affatto finito ed è necessario arrivare al numero che possa garantire la maggioranza assoluta e sufficiente. Continua, quindi, la campagna aquisti a caccia di altre adesioni. La battaglia, oltre che dal deputato Zanda, è partita anche da Luigi Manconi, presidente della commissione diritti umani. I numeri, quindi, potrebbero cambiare di giorno in giorno, fino al momento in cui, ancora una volta, in aula verrà posto in votazione lo Ius soli.

Lo Ius Soli

La nuova legge introduce soprattutto due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: si chiamano ius soli, ovvero “diritto legato al territorio” temperato e ius culturae, “diritto legato all’istruzione”.

Lo ius soli puro prevede che chi nasce nel territorio di un certo stato ottenga automaticamente la cittadinanza: ad oggi è valido ad esempio negli Stati Uniti, ma non è previsto in nessuno stato dell’Unione Europea.

Lo ius soli “temperato” presente nella legge presentata al Senato prevede invece che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri:

– deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;
– deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
– deve superare un test di conoscenza della lingua italiana.