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J-Ax "Da ragazzo mi consideravano sfigato"

J-Ax "Da ragazzo mi consideravano sfigato"

 "Da ragazzo ero uno sfigato e mi prendevano in giro, mi dicevano che portavo sfortuna, proprio come si dice delle suore". Uno zio sensibile, attento, un osservatore, uno che prima di parlare ci pensa due volte, una persona colta e che sa cosa succede nel mondo. In un’intervista su Grazia J-A...

“Da ragazzo ero uno sfigato e mi prendevano in giro, mi dicevano che portavo sfortuna, proprio come si dice delle suore”.

Uno zio sensibile, attento, un osservatore, uno che prima di parlare ci pensa due volte, una persona colta e che sa cosa succede nel mondo.

In un’intervista su Grazia J-Ax svela un insospettabile lato di sé e una spiccata sensibilità riguardo a temi che di primo acchito sembrano molto lontani dalla sua immagine. 
”Proteggo suor Cristina da battute inopportune, da domande poco rispettose e anche da testi di canzoni che potrebbero offendere il mondo cattolico. E mi piace…. Io non faccio coppia con le suore ma io e loro siamo più vicini di quanto si possa pensare. Da ragazzo ero uno sfigato e mi prendevano in giro, mi dicevano che portavo sfortuna, proprio come si dice delle suore”. E ancora J-Ax racconta: “Io mi sono sempre sentito brutto, anche se ad un certo punto sono addirittura diventato di moda come racconto in un brano precedente. Il fatto è che ho sempre visto la mia presunta “bruttezza” come uno svantaggio, invece se fossi nato più bello forse oggi non sarei qui, non avrei avuto lo stesso tempo per stare nella mia stanzetta e scrivere quando ero ragazzino, ad esempio. Ho saputo sfruttare questa cosa come fosse una vera e propria risorsa e per questo raccontare Il bello d’esser Brutti”.

“Quando facevo il rapper superfigo e mandavo a quel paese la Rai, poi la sera tornavo a casa dei miei a mangiare. Oggi Newtopia, l’etichetta discografica che ho creato con Fedez, dà lavoro a due persone, una delle quali ha appena avuto un bambino. Per me la vera trasgressione è realizzare progetti commerciali senza scendere a compromessi”.

“Io mi sono sempre sentito brutto, anche se ad un certo punto sono addirittura diventato di moda come racconto in un brano precedente. Il fatto è che ho sempre visto la mia presunta “bruttezza” come uno svantaggio, invece se fossi nato più bello forse oggi non sarei qui, non avrei avuto lo stesso tempo per stare nella mia stanzetta e scrivere quando ero ragazzino, ad esempio. Ho saputo sfruttare questa cosa come fosse una vera e propria risorsa. Per questo raccontare Il bello d’esser Brutti……. Sono stato innanzitutto un analfabeta sociale, ho iniziato a comportarmi da sfigato e sono stato poi di conseguenza etichettato come sfigato. Oggi però ringrazio quel periodo, grazie al quale ho ancora cose da dire e da scrivere. Avere vissuto l’emarginazione o essere additato come omosessuale, preso in giro e ghettizzato è stata una fortuna. Perché adesso capisco chi subisce queste cose. Prima di essere vincente e famoso io sono stato una vittima e oggi sono forte anche per questo, perché riesco a capire il punto di vista della vittima”.

E come dice Rap N’Roll: Puoi diventare vecchio e brutto, se sei ricco sei un tipo.

“Liberarmi dal panico,
fino ad adesso m’è costato ogni attimo
Lo faccio nel modo che non si può…
è Rap n’roll (e mi piace)
Liberarmi dal panico (Rap n’roll)
fuori dagli stereotipi (Rap n’roll)
liberarmi dal ruolo assegnatomi (e mi piace)”