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J-Ax "io compro i libri negli autogrill e al supermercato"

J-Ax "io compro i libri negli autogrill e al supermercato"

 J-AX:"io compro i libri negli autogrill e al supermercato se mi va di leggere dove sono sono" Tra fumetti e la vita di strada, tra i Simpson e Stephen King, tra stardom e vita da supermercato, lo  J-Ax il Jocker adora la lettura: "Mi piace molto leggere, e mi rammarico quando ho m...

J-AX:”io compro i libri negli autogrill e al supermercato se mi va di leggere dove sono sono”

Tra fumetti e la vita di strada, tra i Simpson e Stephen King, tra stardom e vita da supermercato, lo J-Ax il Jocker adora la lettura:

“Mi piace molto leggere, e mi rammarico quando ho meno tempo per farlo. Per esempio quando lavoro ad un album, come in questo ultimo periodo, lo faccio meno di quello che vorrei, anche se devo ammettere che ultimamente per ‘colpa’ della collaborazione con Marracash sono stato costretto a rileggermi Bukowski.

Mi piace la letteratura pop americana in generale, poi leggo molto volentieri Stephen King, John Grisham, ma amo scoprire anche autori meno conosciuti. Sia chiaro, non mi piace fare il fenomeno – . Mi piace anche John Fante, anche se penso che King sia un genio: non a caso vende così tanto no? Anche se scrive un libro al secolo…

I Fumetti:
“Purtroppo anche con i fumetti non ho più l’andazzo di una volta, prima compravo veramente tanta roba e con assiduità, ora purtroppo il tempo per dedicarmici è un po’ diminuito. Però continuo a leggere Dylan Dog anche se lo preferivo all’inizio, la prima stagione per intenderci è stata la meglio per me, ora è fin troppo politically correct; prima leggevo anche tantissimi fumetti horror-splatter che nel tempo ho sostituito con il loro corrispettivo cinematografico… trovo geniali i fumetti dei Simpson, mi divertono da matti, mentre i fumetti della Marvel li compro sempre quando vado in America perché mi piace leggermeli in versione originale”.

Autogrill e i supermercati:
” Lì vado organizzato e faccio del vero e proprio shopping, mi prendo un po’ di tempo e mi metto a curiosare tra gli scaffali, leggo le quarte di copertina, e poi mi lascio anche consigliare dagli amici. Nella mia band ho un amico che è un gran lettore. Ci scambiamo spesso le letture, mi piace molto questa cosa”.

J-Ax e la cultura anni 80:
“Penso di rappresentare gran parte dei trentenni in questo senso e di poter dire cose che forse in molti si vergognavano di dire allora. Siamo cresciuti con i dischi dei Doors, ma anche con il disco di Natale di Heather Parisi, perché negare l’evidenza? E da parte mia, in questo disco voglio rendere omaggio alla house music anni ’90 snobbatissima allora anche da me per una specie di “purismo” hip-hop e che, ho rivalutato completamente dopo dieci anni”.

Riguardo alla sua cultura, una cultura anni 80, J Ax afferma: “Io dico solo che sono vecchia scuola e quindi non me ne frega veramente niente di quello che pensa la scena di rap italiano che non mi rispetta. A chi mi rispetta, io gli darò rispetto indietro perchè così si faceva ai miei tempi. Non è una roba da mafiosi, è una roba che arriva proprio da questa cultura e chi c’è lo sa.”

Leggere e raccontare, le due passioni di Ax:

“Io mi sono sempre sentito brutto, anche se ad un certo punto sono addirittura diventato di moda come racconto in un brano precedente. Il fatto è che ho sempre visto la mia presunta “bruttezza” come uno svantaggio, invece se fossi nato più bello forse oggi non sarei qui, non avrei avuto lo stesso tempo per stare nella mia stanzetta e scrivere quando ero ragazzino, ad esempio. Ho saputo sfruttare questa cosa come fosse una vera e propria risorsa. Per questo raccontare Il bello d’esser Brutti”.

Alessandro Aleotti poteva seguire la sorte di tanti ragazzi cresciuti come lui e finiti a fare lavori non particolarmente esaltanti e a condurre uno stile di vita limitato e vuoto. Alessandro però è diventato JAx. E se in cuor suo si considera ancora una «forma imperfetta», uno sfigato di sempre incapace di togliersi la tamarraggine di dosso, la verità è che lui è uno uomo di successo.