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Jan Ullrich arrestato a Maiorca: "Colpa della separazione"

Jan Ullrich

La separazione e la lontananza dai figli “è stata una delle prove più difficili della mia vita”. Ora l’ex campione di ciclismo dovrà disintossicarsi

Quasi difficile credere che un campione internazionale possa ridurre in polvere la propria vita. Jan Ullrich era uno dei ciclisti più forti e famosi al mondo. Soprannominato il Kaiser o Kaiser Jan, specialista delle grandi corse a tappe e delle gare a cronometro, nella sua carriera può vantare successi incredibili. Da prestigioso Tour de France 1997 alla Vuelta a España 1999, per non dimenticare il titolo olimpico a Sydney 2000. Dal passato glorioso a una precipitosa caduta, un baratro vertiginoso fatto di droga e alcol.

E’ di poco più di 24 ore fa la notizia che Ullrich è stato arrestato a Palma di Maiorca con l’accusa di avere aggredito l’attore e regista Til Schweiger, suo vicino di casa nella zona Establiments. Ad averlo fatto infuriare sembra essere stato il mancato invito a un party in occasione dell’uscita del film “Honey in the Head“.

Il dolore del Kaiser

“La separazione da Sara e la distanza dai miei figli, che non vedo da Natale e con i quali quasi non ho potuto parlare, mi hanno portare a fare e prendere cose di cui mi pento molto”. Jan Ullrich si racconta alla Bild, confessando problemi di alcol e droghe.

“Per amore dei miei figli sto facendo terapia”. “Sono diventato agorafobico, non potevo dormire. È stata una delle prove più difficili della mia vita”, ha spiegato l’ex campione di ciclismo.

Jan Ullrich

L’arresto

L’ex corridore tedesco è salito alla ribalta delle cronache per l’arresto a Maiorca con l’accusa di violazione di proprietà privata e minacce al regista e attore Til Schweiger. Ullrich avrebbe scavalcato la recinzione della sua villa, dove era in corso una festa. Poi, avrebbe cercato di aggredirlo.

La versione non sembra coincidere con quella riferita dal vincitore del Tour ’97. “Ho suonato e siccome nessuno mi apriva, ho deciso di entrare. Ed è stato un amico di Til a perdere il controllo. Ha cercato di colpirmi con un calcio in stile kung-fu che sono riuscito a schivare e poi è arrivata la polizia”, ha detto Jan.

La dipendenza di Jan

Per Schweiger, sentito a sua volta dalla Bild, Ullrich era diventato quasi uno di famiglia. Poi la conferma: “quando la moglie lo ha lasciato ha iniziato a prendere anfetamine. Mi raccontava che dormiva solo due ore. Iniziava a bere birra alle 6 del mattino e continuava per tutto il giorno. Mi disse anche che aveva una ricetta per poter assumere cocaina perché era meno dannosa delle anfetamine”. Il corridore ha trascorso una notte in prigione in “condizioni disumane”, come ha riferito il tedesco. Infatti, ha spiegato: “Non potevo capirmi con gli ufficiali di polizia. Parlavano solo spagnolo, niente inglese. Non ho potuto chiamare un avvocato”.

Alla fine è stato proprio il suo avvocato, Wolfgang Hoppe, a rivelare che è pronto un percorso apposito per Ullrich. Un posto in clinica per disintossicarsi lo aspetta. “Jan ci può entrare quando vuole. Speriamo tutti che si rimetta al più presto e cercheremo di aiutarlo al meglio possibile“, ha commentato il legale.