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Jennifer, uccisa dall'ex "Aiuto mamma, mi sta ammazzando"

Jennifer, uccisa dall'ex

Con lei c'erano anche la madre e un'amica. Ha cercato di chiamarle, ma l'ex aveva chiuso a chiave la porta dell'appartamento.

Era il 2 dicembre 2016 quando Jennifer Sterlecchini, 26 anni, è stata uccisa con 17 coltellate dall’ex fidanzato, Davide Troilo. Quel giorno, la ragazza era tornata nell’appartamento che condivideva col compagno per riprendere i suoi effetti personali, accompagnata dalla madre Fabiola e dall’amica Ludovica. Ma l’uomo, al termine di una lite, l’ha colpita con violenza.

La storia di Jennifer e Davide

Jennifer Sterlecchini aveva 26 anni ed era originaria di Pescara. Laureata in lingue, nutriva una passione per la Spagna, dove le sarebbe piaciuto abitare. Durante una giornata al mare, nel 2013, ha conosciuto Davide Troilo. Lui, 32 anni, lavorava come ascensorista e aveva un figlio nato da un precedente matrimonio. Dopo un solo mese di frequentazione, i due hanno deciso di andare a vivere insieme. Davide era talmente convinto della solidità della relazione da tatuarsi il nome della ragazza sul braccio.

Nel 2015 la vita di Jennifer è cambiata. Il padre si è tolto la vita gettandosi da un cavalcavia. Nello stesso periodo, Davide ha perso il lavoro. È iniziato per la coppia un periodo di forte tensione e litigi, culminato con la decisione di separarsi, nel 2016.

Jennifer e Davide

La lite e le 17 coltellate

Sembra che la lite nell’appartamento sia scoppiata a causa di un tablet. Davide ha colpito Jennifer con violenza, per 17 volte. Invano la ragazza ha provato a chiamare aiuto: “Mamma aiutami, mi sta ammazzando“. L’uomo aveva chiuso a chiave la porta dell’appartamento, per impedire l’ingresso. “Abbiamo sentito Jennifer urlare, siamo andate alla porta e abbiamo provato ad aprirla a calci”, ha raccontato l’amica. “Fabiola [la madre] ha colpito la finestra con una scopa, ma c’era comunque una inferriata che avrebbe impedito l’ingresso. Jennifer, però, non si sentiva più“.

“Io non ho avuto il coraggio di salire”, ha dichiarato un vicino di casa. “Non sapevo cosa avesse in mano Davide, ho pensato alla mia bimba di pochi mesi e ho deciso di non andare oltre. È salito un vicino, richiamato dalle urla di Fabiola, e ha visto la scena”.

Dopo l’arresto, Davide Troilo si è difeso affermando che Jennifer si era colpita da sola al termine della lite. È stato condannato in primo grado con rito abbreviato a 30 anni di carcere e 3 di libertà vigilata.