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15enne inglese muore per il wifi della scuola

Jenny Fry

"Colpa del wifi della scuola": così i genitori di Jenny Fry spiegano la malattia della figlia.

Una storia drammatica che ha dell’incredibile. Uccisa dal wifi della scuola, Jenny Fry si è tolta la vita a soli 15 anni dopo aver sviluppato quella che i medici hanno definito “allergia da wifi”. La patologia consiste nello sviluppare una sensibilità particolare alle onde della connessione senza fili.

Il caso di Jenny Fry

La ragazza aveva gravi disturbi: era paralizzata, con forti mal di testa, non riusciva a controllare i propri muscoli ed era anche diventata incontinente. Versava in condizioni di salute precarie, molto cagionevoli e problematiche. In una recente intervista, la madre ha raccontato la malattia con cui Jenny ha dovuto convivere per due anni.

Poi la decisione drastica: “Credo non ce la facesse più”, ha confidato sua mamma travolta da un immenso dolore. “A scuola non riusciva a concentrarsi a causa delle emicranie“, ha spiegato, specificando che Jenny rischiava di perdere l’anno a causa delle troppe assenze dovute alla malattia.

Inizialmente i sintomi della ragazza furono attribuiti a qualche squilibrio ormonale, normale per la sua età. Solo successivamente si è scoperto che era ben altro il problema. Ma ormai era troppo tardi. La costante esposizione alle onde wifi ha reso Jenny particolarmente sensibile, fino a diventarne allergica. Le ultime ricerche del sistema sanitario nazionale hanno dimostrato che i bimbi e i ragazzi hanno dei tessuti più sottili, capaci di assorbire maggiormente le onde elettromagnetiche. Le conseguenze possono essere molteplici. Dai banali mal di testa, alle vertigini, dalla fuoriuscita di sangue dal naso, fino a vere e proprie allergie.

La ragazza di Chadlington,nel Regno Unito, aveva iniziato a stare meglio in estate, durante la pausa dalle lezioni, lontana dal wifi. Con la ripresa del nuovo anno accademico però, la Fry ha avuto una ricaduta. Da settembre le sue condizioni sono nuovamente peggiorate. Nel 2015, in preda alla disperazione e allo sconforto, ha mandato un messaggio a un amico, riferendogli la sua decisione di togliersi la vita. Il ragazzo ha provato a raggiungerla, ma per Jenny era troppo tardi.

Allergia da wifi

Il wifi è ormai parte integrante e (purtroppo) essenziale della nostra vita. Lo troviamo sul posto di lavoro, nelle scuole, nelle università, quasi sempre nelle case e in un numero sempre crescente di locali, ristoranti, aeroporti e luoghi pubblici. In molti faticano a credere negli effetti collaterali di cui quella scatola così potente è portatrice.

Eppure, recentemente, oltre al caso di Jenny Fry si aggiunge quello di una donna che ha abbandonato il proprio lavoro per trasferirsi in un capanno, affermando di essere allergica al wifi. Così, un gruppo di ricercatori si è impegnato in uno studio per capire se l’ipersensibilità elettromagnetica fosse reale e il wifi potesse davvero causare gravi sintomi in determinate persone.

Le onde elettromagnetiche non sono utilizzate soltanto dal wifi. Nella maggior parte degli apparecchi che permettono la trasmissione di informazioni, suoni e immagini, dalla radio alla televisione, dai pc ai nostri smartphone: le onde elettromagnetiche si propagano, crescono, dilagano attraverso la quasi totalità dei devices di oggi. Le onde del wifi però si distinguono dalle altre poiché, operando a frequenze più alte, presentano una maggiore intensità.

Casi di allergie al wifi

Le ultime ricerche hanno dimostrato la validità di tali osservazioni. Ci sono stati casi di manifesta ipersensibilità a queste onde elettromagnetiche (EHS).

Rachel Hinks, per esempio, ha iniziato ad accusare reazioni negative alle onde emesse dal wifi. Racconta che era scossa da violenti brividi, manifestava eruzioni cutanee brucianti e soffriva di frequenti emicranie. Anche Kim De’Atta soffriva di ipersensibilità alle onde elettromagnetiche e quest’allergia l’ha costretta chiusa in casa. L’adolescente Jenna Fry, appena quindicenne, è giunta persino a impiccarsi dopo aver sperimentato questi sintomi per lei inspiegabili e che l’hanno resa mentalmente instabile.

I sintomi sono tra i più disparati. Da violenti mal di testa a disturbi del sonno, da sensazioni di bruciore a tremiti violenti e disorientamento: sono queste generalmente le prime avvisaglie.

Non ci sono al momento cure al disturbo di ipersensibilità alle onde elettromagnetiche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha infatti affermato che non ci sono ancora prove scientifiche sufficienti per collegare questi sintomi all’esposizione a onde elettromagnetiche. Anche nel Regno Unito, l’ipersensibilità a questi campi non è classificata come condizione medica. L’unico rimedio per chi crede di soffrire di EHS consiste semplicemente nell’evitare l’esposizione a campi elettromagnetici. Sarà quindi necessario rimuovere la rete wifi dalla propria abitazione, anche se tenersi lontano da fonti elettromagnetiche nella vita di tutti i giorni è piuttosto problematico.