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Jessica Faoro: tranviere ossessionato dalle ragazzine

Jessica Faoro

Caso Jessica Faoro: da quanto emerge dall'interrogatorio il suo assassino aveva una vera e propria ossessione per le ragazzine.

La vicenda già torbida dell’omicidio di Jessica Faoro prende una piega ancor più inquietante. Pare che il suo assassino avesse una compulsiva ossessione per le ragazze in giovane età. Un dato patologico di non poco conto che descrive i contorni di una triste vicenda. Gli uomini della Mobile di Milano hanno, nel corso della giornata di ieri, ricostruito l’intera vicenda dell’omicidio della giovane 19enne Jessica Faoro. A guidarli in questa inchiesta il capo della Squadra Mobile, Maria Josè Falcicchia (fonte Corriere) e il pm, Cristina Roveda ( fonte ilpost).

L’assassinio

Per gli uomini della Mobile, intervenuti ieri sul luogo del delitto, non esiste alcun dubbio sull’identikit dell’assassino. Si tratta del 38enne tranviere, Alessandro Garlaschi. L’uomo stesso, dopo l’omicidio, avrebbe allertato la Polizia in uno stato semi-confusionale. Da quanto ricostruito insieme al PM la giovane sarebbe morta accoltellata. I poliziotti avevano inizialmente ipotizzato 5 o 6 coltellate inferte nella cavità dell’addome. Ma da quanto raccontato dall’assassino stesso, solo due sarebbero le coltellate che avrebbe inferto alla giovane al momento dell’omicidio. Secondo quanto raccontato, la giovane aveva il coltello in mano per difendersi: l’uomo lo avrebbe semplicemente girato e usato contro di lei.

Motivazioni

Ma da cosa si difendeva la giovane 19enne? La prima ipotesi proposta dalla Polizia è che si sia trattato di un omicidio a sfondo sessuale. In effetti il Garlaschi aveva tentato un approccio sessuale con la Faoro. Approccio che la giovane avrebbe rifiutato e che avrebbe scatenato nell’uomo la furia omicida. Prima di morire, Jessica si sarebbe difesa. Una vicenda triste e potenzialmente esplosiva, visto il clima già teso per la morte di un’altra giovane, Pamela Mastropietro. Due episodi temporalmente vicini e collegati tramite la giovane età delle sue vittime; casi che hanno scosso profondamente l’opinione pubblica. Segno della tensione è stato l’assembramento dei condomini di Garlaschi che alla sua uscita da casa lo hanno violentemente apostrofato, mentre veniva portato via dagli uomini della Mobile di Milano.

Come se non fosse abbastanza, il Garlaschi, dopo aver ucciso la giovane, avrebbe tentato di disfarsi del corpo. Un primo tentativo sarebbe stato quello di dare fuoco al corpo all’interno dell’appartamento stesso con l’alcool. Vedendo che non riusciva nel suo intento, preso dal panico, sarebbe sceso dal portiere annunciando di aver fatto qualcosa di brutto (“ho una ragazza morta in casa”), sporco di sangue. Da lì la chiamata alla Polizia e la scoperta del misfatto.

L’ossessione

Secondo quanto scoperto sul Garlaschi, quella delle ragazzine era un’ossessione vera e propria. Questo nonostante fosse sposato (al momento dell’omicidio la moglie non era in casa). Aveva una sua strategia già collaudata, consistente nel fare regali, nel fare piccole gite. Una sorta di danza del corteggiamento prima di tentare l’approccio vero e proprio con la vittima. L’uomo oltrettutto aveva già una denuncia per stalking nei confronti di una collega. I colleghi e i vicini lo definiscono come un uomo schivo e riservato, particolare.