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KKR, cos’è il fondo americano che potrebbe comprare Tim

Il fondo KKR "all'assalto" di Tim

KKR, cos’è il fondo americano che potrebbe comprare Tim: 1700 dipendenti su 21 uffici in quattro continenti e la nomea di fare più economia che finanza

KKR, un nome che da qualche ora sta terremotando gli ambienti della finanza, dell’economia e del governo italiani, perché sono in molti a farsi la domanda: cos’è il fondo americano che potrebbe comprare Tim? In attesa del CdA di oggi, 22 novembre, dell’azienda di telecomunicazioni italiana si cerca di capire chi siano gli autori della possibile “scalata”.

KKR, cos’è il fondo americano di investimenti già partner di Tim in Fibercop

Il primo dato è che KKR e già partner di Tim e di Fastweb in Fibercop, dove era entrato con il 37,5% del capitale. Si tratta di un fondo Usa che secondo i bene informati avrebbe messo Tim in tacca di mira già da inizio mese. KKR è una società globale di investimenti fondata nel 1976 come Kohlberg Kravis Roberts & Co e che dal 2010 è quotata alla Borsa di New York.

Dove opera KKR e cos’è il fondo americano che vuole Tim con la nomea di società “prudente”

Il fondo opera in ambito assicurativo, patrimoniale alternativo e dei mercati di capitali. Attenzione, KKR è considerato fondo non speculativo, nel senso che lavora sul piano dell’economia reale più che su quello della finanza. Da questo punto di vita la mission è fare utili con ritorno sugli investimenti, non con acrobazie di rating azionario. Pare che il fondo sia noto per un approccio non troppo spregiudicato sugli investimenti e per il supporto a società in portafoglio e comunità collegate. Insomma, il biglietto da visita del fondo pare di quelli solidi e poco “pazzoidi”, con sponsorizzazioni su fondi di investimento mirati.

Uffici in quattro continenti e ricavi da 244 miliardi di Usd: KKR, ecco cos’è il fondo americano che va all’assalto di Tim

Dove? Nel private equity, nel creditizio e nell’immobiliare. È attivo anche con infrastrutture, real estate, ed hedge funds. Gli uffici di KKR sono in tutto il mondo tranne l’Africa, dislocati in 21 città. Ha asset controllati per 429 miliardi di dollari e ha un portafoglio di 109 società che generano circa 244 miliardi di dollari di ricavi annui. I dipendenti sono 1.700. Non sono pochi quelli che però vedono nelle mire di KKR una sorta di “assalto” all’economia italiana. Il tema della transizione digitale è cruciale e le sorti dei 40.000 dipendenti Tim preoccupano più di qualcuno, anche a contare che lo Stato italiano con Cassa Depositi e Prestiti è il secondo azionista di Tim. Insomma, pare proprio materia per un premier economista, un premier come Mario Draghi.