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L'Hotel Capo Caccia, ex hotel di James Bond abbandonato ad Alghero

Ex hotel dei vip

L’Hotel Capo Caccia ad Alghero, un tempo prestigiosa struttura turistica frequentata dai vip e scelta come location per una scena di un film su James Bond, oggi abbandonato dopo il fallimento.

La storia

Hotel abbandonato

Ad Alghero esiste un hotel abbandonato che per molti anni, dal 1961, aveva rappresentato un frequentatissimo paradiso turistico: l’Hotel Capo Caccia, uno dei più importanti per questo tipo di industria, in cui avevano soggiornato anche attori e altri vip. Addirittura davanti ad esso venne girata una scena del film “La spia che mi amava” (1977), uno della serie su James Bond con Roger Moore – scomparso poco più di un mese fa -.

Scenario mozzafiato

Circondato da un panorama incantevole, l’albergo è situato nella parte estrema della rada di Porto Conte, davanti ad un complesso carsico a cui deve il suo nome. L’abbandono è arrivato dopo il procedimento giudiziario per bancarotta che ha riguardato la società che lo gestiva, e l’edificio, completo di ogni confort e struttura per divertimenti, lo scorso anno è andato all’asta per la cifra di 8 milioni e 640mila euro con tutto ciò che vi era all’interno: 113 camere, locali accessori, uffici, ristoranti, cucine, arredi, terrazza panoramica, piscina, bar, discoteca, tutto, ma nessuno – e non è stata l’unica volta – si è dimostrato interessato ad acquistarlo per riportarlo alla vita. Inoltre, come aveva stabilito il tribunale di Sassari, una simile struttura potrebbe avere solo un utilizzo turistico-ricettivo, perciò non è possibile riconvertirla in altro modo.

L’inchiesta

Arrivano i carabinieri

L’inchiesta per il fallimento dell’Hotel Capo Caccia aveva portato, ai primi di agosto del 2013, all’arresto di 4 persone tra Rimini, Roma, San Benedetto del Tronto ed in Sicilia, persone accusate, insieme ad un commercialista del sassarese interdetto a vita dai pubblici uffici, di aver causato, nel 2011 la bancarotta della società (Caccia Resort Srl e della Roden Srl) che gestiva l’immobile per un danno complessivo di oltre 15 milioni di euro. Gli arrestati erano stati il proprietario e direttore Giovanni Marocchi, allora 66enne, di Acquasanta Terme (AP), il suo braccio destro come direttore e gestore finanziario Daniele Degli Esposti, allora 51enne, di Castel San Pietro (BO), un altro collaboratore, Francesco Vizzari, allora 47enne, di Roma, l’immobiliarista Vittorio Casale, allora 5enne, di Parma e il commercialista Andrea Federico Delogu di Ittiri (Sassari), il quale in particolare aveva mostrato bilanci annuali dell’hotel migliori di quelli che erano, in modo da ricevere consistenti finanziamenti altrimenti non ricevibili. Alcune delle persone finite in manette, avevano fatto fallire anche altre importanti società. Oltre al sequestro dell’albergo, le autorità avevano proceduto anche al sequestro di due appartamenti, di un capannone industriale e di una serie di conti correnti bancari per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro, andati a risarcimento di tutti i soci danneggiati e utilizzati ripagare parte dei debiti. Il processo per concorso in bancarotta fraudolenta è ancora in corso.