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L’ultrà che uccise l’ispettore Raciti torna in curva a Catanzaro

Antonino Speziale all'epoca del processo

L’ultrà che uccise l’ispettore Raciti torna in curva a Catanzaro e i sindacati di Polizia insorgono: "Una sfida a Stato e regole della giustizia sportiva"

Antonino Speziale, l’ultrà che uccise l’ispettore Filippo Raciti torna in curva a Catanzaro dopo essere tornato libero l’anno scorso, e l’ira dei sindacati di Polizia per il mancato Daspo non si è fatta attendere, con comunicati durissimi. Raciti ha scontato 8 anni e 8 mesi di carcere per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti. Il crimine avvenne il 2 febbraio del 2007, quando Speziale aveva 17 anni, ed aveva avuto un’eco emotiva spaventosa e un logico esito in punto di diritto minorile. 

Speziale, l’ultrà che uccise Raciti, in curva per la trasferta del Catania

Eppure Speziale è stato identificato allo stadio di Catanzaro mentre assieme ad una quarantina di altri ultras, entrava per assistere all’incontro di Coppa Italia tra il Catania e l’undici locale. I media spiegano che al gruppo è stato “solo” sequestrato uno striscione. E Speziale ha confermato all’AdnKronos che “si, stavo allo stadio ma non ci hanno fermato, ci hanno solo identificato”. 

Cosa ha detto l’avvocato dell’ultrà che uccise Raciti entrato in curva a Catanzaro

Dal canto suo il suo  avvocato Giuseppe Lipera specifica che le forze dell’ordine “hanno controllato i documenti a tutti”. Franco Maccari, vicepresidente del sindacato Fsp della Polizia di Stato, ha detto: “È incredibile che non sia stato fatto un Daspo a questa persona, è possibile dopo tutto quello che ha combinato? O non ce l’ha, e qualcuno ha omesso questa cosa, o ce l’ha, e allora infrange la legge”. 

Lira dei sindacati di Polizia per l’ultrà che uccise Raciti arrivato in curva senza un Daspo

Ecco invece la chiosa del segretario generale del Siap Giuseppe Tiani: “Il tentativo di Speziale, nonostante anni di carcere e l’omicidio di Raciti, denota che probabilmente il periodo detentivo così come la certezza della pena non sono sufficienti per ultras che tentano di sfidare lo Stato e le regole della giustizia sportiva. Auspichiamo una risposta severissima per il rispetto dovuto nei confronti dei tanti tifosi e di quegli ultras che rispettano le regole ed evitano ogni forma di violenza”.