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La bozza liberalizzazioni nel dettaglio

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Dopo tante indiscrezioni, alla fine è uscita la bozza sulle liberalizzazioni predisposta dal governo Monti per cercare di intaccare alcune situazioni di forte distorsione del mercato e dare un minimo di respiro a quello sviluppo che potrebbe dare ossigeno ai conti pubblici, senza dover interven...

Mario Monti

Dopo tante indiscrezioni, alla fine è uscita la bozza sulle liberalizzazioni predisposta dal governo Monti per cercare di intaccare alcune situazioni di forte distorsione del mercato e dare un minimo di respiro a quello sviluppo che potrebbe dare ossigeno ai conti pubblici, senza dover intervenire sempre coi famigerati tagli di bilancio che stanno strangolando la capacità di spesa delle famiglie italiane. A questo punto si tratta solo di stabilire se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto, visto che su alcuni provvedimenti ventilati nei giorni passati, il governo ha fatto dietro front. Vediamo comunque la bozza nel dettaglio, almeno per le questioni più importanti.
Per quanto concerne i taxi, forse il tema più caldo in assoluto, si assiste ad una serie di modifiche in corso d’opera che testimonia la pressione esercitata dalla categoria e, probabilmente, quella dei suoi referenti nei partiti politici. In base a quanto sta trapelando, la competenza sulle licenze passa alla Autorità per le reti, mentre è rimasta la norma più contestata dalla categoria, quella che permette ad una persona di poter avere più licenze. Inoltre, diventano possibili anche le escursioni fuori dal proprio territorio di competenza, oggi vietate.
Altro settore che aveva minacciato fuoco e fiamme, nei giorni passati, quello dei farmacisti, che sembra abbiano ottenuto quanto richiesto, cioè il divieto di vendere i farmaci di fascia C fuori dalle farmacie. Nella nuova bozza all’esame del Cdm, è scomparso infatti il passaggio in cui si prevedeva, nelle regioni che entro marzo 2013 non avessero provveduto ad aumentare il numero di farmacie portandole alla quota di una ogni 3.000 abitanti, la possibilità di vendere i farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie e nei corner salute dei supermercati. Il comma controverso è stato sostituito da un altro che prevede, per le regioni inadempienti, l’invio di un commissario di governo. Mentre è stata confermata, invece, la liberalizzazione di turno e orari delle farmacie, e l’obbligo per il medico di famiglia di indicare in ricetta anche un farmaco equivalente di minor prezzo, laddove esso sia disponibile.
Molto forte sembra invece il colpo dato alla burocrazia legata alle attività imprenditoriali, con l’abrogazione “delle norme che prevedono limiti numerici, autorizzazioni, licenze, nulla osta o preventivi atti d’assenso della Pubblica amministrazione per l’avvio di un’attività economica”. Un colpo di falce che dovrebbe consentire una grande facilitazione nel varo di nuove attività e una semplificazione che allevierebbe il peso ormai troppo massiccio della burocrazia parassitaria.
Per quanto concerne poi le tariffe, non si possono più applicare quelle minime e nemmeno quelle massime. Il prezzo, infatti, viene fissato liberamente tra avvocato e cliente. In questo modo, avranno un vantaggio gli avvocati di chiara fama i quali potranno guadagnare ancora di più, ma anche quelli che si trovano all’inizio della carriera, i quali avranno la possibilità di attirare clienti offrendo parcelle low cost. Diventa inoltre obbligatorio anche il preventivo in modo da mettere il cliente al riparo da quelle «revisioni al rialzo» che sono spesso la regola nelle professioni.
Per le Rc auto, vera pietra dello scandalo negli ultimi anni, con una corsa al rialzo che sembra non aver mai fine, arriva la scatola nera. Chi acconsente a mettere sulla sua auto questo strumento, lo sconto è previsto per legge. La scatola nera, infatti, registra i movimenti del veicolo anche in caso di incidente. In tal modo diventa possibile sventare le truffe che sono sempre state indicate come le responsabili della corsa al rincaro, portando le polizze italiane ad essere le più care in Europa. Adesso, le compagnie assicurative non hanno più alcun alibi anche perché i periti che certificano il falso rischiano sino a cinque anni di carcere.
Adesso può cominciare la tarantella di dichiarazioni dei politici.