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La Cina respinge le accuse: "Noi sempre trasparenti sui dati Covid"

La Cina respinge le accuse di scarsa trasparenza sui dati covid

Il paese non avrebbe mai difettato di chiarezza sulle informazioni sul ''numero di morti", la Cina respinge le accuse: "Noi trasparenti sui dati Covid"

Dopo la nuova ondata e i dubbi consueti sulla correttezza delle informazioni sulla diffusione del coronavirus in queste ore la Cina respinge le accuse: “Noi sempre trasparenti sui dati Covid”. In queste ore arriva la nota ufficiale del governo e di un alto dirigente della Sanità di Pechino, con le dichiarazioni riportate anche da AdnKronos. In pratica la Cina è ”sempre stata trasparente” per quanto riguarda “le informazioni sul Covid-19”.

“Noi sempre trasparenti sui dati Covid”

E secondo quelle dichiarazioni Pechino non avrebbe mai difettato di chiarezza anche sulle informazioni sul ”numero dei morti” causati dal coronavirus nel Paese. Chi lo ha detto? Lo ha sostenuto in conferenza stampa un alto dirigente della Sanità di Pechino. Si tratta della direttrice dell’ufficio dell’Amministrazione medica della Commissione sanitaria nazionale Jiao Yahui. La dirigente ha spiegato che i criteri relativi ai decessi per coronavirus “si dividono in due categorie a livello globale”.

I due metodi e quello di Pechino

Vi sono paesi che contano solo i casi di persone che sono risultate positive al test dell’acido nucleico “dopo essersi infettate dal nuovo coronavirus”. Persone che sono “morte per insufficienza respiratoria indotta dal virus”. Poi vi sono invece altri Paesi, a detta di Jiao, che “includono tutti i decessi entro 28 giorni dai test positivi al Covid-19”. La chiosa della dirigente è stata netta: “’Ciò significa che il loro conteggio potrebbe includere anche coloro che si sono suicidati o sono morti in incidenti stradali dopo aver contratto il virus‘. Dal 2020 il criterio di morte per Covid-19 che stiamo adottando in Cina è stato del primo tipo“.