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La Corte costituzionale ha respinto il ricorso che era stato presentato dal senatore del gruppo misto Gianluigi Paragone e da alcuni altri parlamentari guidati da Pino Cabras, di Alternativa c’è, nel quale si chiedeva di poter accedere in Parlamento senza dover esibire il green pass. Ciò di cui i richiedenti si lamentavano era la violazione delle loro attribuzioni costituzionali.
La Corte costituzionale respinge il ricorso di Paragone
Nulla di tutto questo è stato però riconosciuto dalla Corte costituzionale che ha stabilito che “dai ricorsi non emerge nessuna manifesta lesione delle attribuzioni proprie dei parlamentari”. Per entrare i Parlamento Paragone e il gruppo di Alternativa c’è dovrà dunque presentare il green pass, così come avviene in qualsiasi altro luogo di lavoro.
La Corte costituzionale boccia il ricorso di Paragone
Dalla Corte è stata inoltre ribadita l’autonomia delle due Camere “sia nell’interpretazione che nell’applicazione dei rispettivi regolamenti”. Ecco dunque che le delibere di Camera e Senato che introducevano l’obbligo di presentazione del green pass per partecipare ai lavori parlamentari sono da considerarsi come leggittime.
Corte costituzionale, no al ricorso di Paragone
Oltre che il contenuto delle delibere, i ricorrenti contestavano anche le modalità con cui le stesse erano state introdotte, ovvero attraverso l’Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori e dunque due organi interni delle Camere. Secondo il loro punto di vista sarebbe stato necessario apportare una modifica ai regolamenti parlamentari in modo che i componenti delle Aule potessero votare.