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Diciamoci la verità: Milano, che fino a pochi anni fa brillava come un faro di sviluppo e innovazione, si trova ora a un bivio critico. La procura ha acceso i riflettori su una serie di inchieste che mettono in discussione la solidità del mercato immobiliare milanese. Quello che sembrava un motore inarrestabile di crescita rischia di trasformarsi in un gigantesco ingorgo di cantieri fermi e investimenti paralizzati.
E mentre i grattacieli continuano a svettare nel cielo, le fondamenta dell’economia cittadina scricchiolano, e non poco.
Un settore immobiliare in crisi
La realtà è meno politically correct di quanto vogliamo farci credere. Da Expo 2015, Milano ha attratto circa 35 miliardi di euro di investimenti, realizzando 17 milioni di metri cubi di nuove costruzioni residenziali e 29 milioni di non residenziali. I prezzi delle case sono aumentati del 50%, eppure ci troviamo di fronte a circa 150 cantieri bloccati. Progetti che dovevano ridisegnare il volto della città sono ora solo idee abbozzate su carta. Ma chi ci rimette, alla fine? I cittadini e le famiglie, che hanno investito i propri risparmi in case che ora rischiano di rimanere solo un sogno irrealizzabile.
Secondo uno studio di Scenari Immobiliari, ben dodici miliardi di euro di investimenti sono a rischio, senza contare i 26 miliardi di euro di ricadute sul sistema economico locale, dai mobili ai servizi. E non dimentichiamo i possibili 60-80 milioni di euro l’anno che il Comune potrebbe perdere in oneri e contributi. La situazione è paradossale: Milano, la città dei grattacieli, si trova a dover fare i conti con il crollo di un sistema che sembrava inarrestabile.
Il peso delle incertezze
So che non è popolare dirlo, ma il blocco dei cantieri non è solo una questione di numeri. Si tratta di vite reali, di famiglie che hanno scommesso tutto in un futuro che ora appare incerto. Filippo Borsellino, portavoce del Comitato delle Famiglie sospese, ha messo in evidenza come circa 4.500 nuclei familiari siano ora in una situazione di stallo, con mutui accesi e senza una casa in cui vivere. “Speriamo che, se qualcuno ha sbagliato, ne paghi le conseguenze”, ha affermato, sottolineando come siano le famiglie le uniche vittime di questo ingorgo burocratico.
Federico Filippo Oriana, presidente di Aspesi Unione Immobiliare, ha lanciato un appello disperato: “Senza chiarezza normativa e riforme rapide, la rigenerazione urbana rischia uno stallo drammatico”. Ed ecco la verità scomoda: la lentezza della burocrazia e l’incertezza normativa non solo ostacolano gli investimenti, ma mettono a rischio la reputazione di Milano come hub internazionale. E mentre i capitali fuggono, il sogno di una Milano moderna e vivibile rischia di svanire nel nulla.
Conclusioni scomode e riflessioni necessarie
Il re è nudo, e ve lo dico io: la situazione attuale del mercato immobiliare milanese è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Milano ha bisogno di riforme immediate e di una visione chiara per il futuro, altrimenti rischia di diventare un triste esempio di cosa accade quando la speculazione edilizia incontra l’incertezza normativa. Non possiamo più permetterci di guardare altrove mentre le famiglie soffrono e gli investimenti scappano all’estero.
Invito quindi a un pensiero critico su questa situazione: è ora di alzare la voce e chiedere un cambiamento radicale, una nuova visione per una Milano che non solo punta in alto, ma che tiene i piedi ben saldi a terra, ascoltando le esigenze di chi vive e lavora nella città. È tempo di ripensare il nostro approccio e di mettere al primo posto le persone, non solo i profitti.