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La difesa di Bossetti: "Il cadavere di Yara è stato rimaneggiato"

Condannato in primo grado

La difesa di Massimo Giuseppe Bossetti, che va verso il processo di secondo grado con l’accusa di aver seviziato e ucciso Yara Gambirasio, dice che il cadavere è stato “rimaneggiato”.

L’ultima ipotesi della difesa

Imputato

L’avvocato Paolo Camporini, uno dei due legali di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello – paese in provincia di Bergamo – condannato all’ergastolo in primo grado con l’accusa di aver seviziato e ucciso Yara Gambirasio il 26 novembre 2010, motivo per cui dovrà affrontare il giudizio in secondo grado tra pochi giorni, ritiene che il cadavere della 13enne di Brembate di Sopra (BG) sia stato “rimaneggiato per depistare le indagini”. Lo ha affermato ieri, giovedì 6 luglio, davanti alla Corte d’Assise e d’Appello di Brescia, sostenendo anche che il “perverso sessuale sadico”, come i giudici hanno definito l’assassino della ragazzina, non può essere Bossetti, che il difensore sostiene essere “dalla vita monacale, regolarissima e senza un’ombra”.

Immagine di quotidianità

Camporini ha ovviamente spiegato, il motivo per cui a suo avviso il cadavere di Yara sarebbe stato “rimaneggiato”: sono stati trovati tagli sulla schiena e “al buio, nel mezzo di un campo isolato e mentre nevicava, l’assassino si sarebbe preoccupato di sollevare la maglietta di Yara per farle dei tagli di coltello? Assurdo”, ha detto l’avvocato. “La verità – ha proseguito –è che quel cadavere è stato rivestito”. A suffragare questa ipotesi ci sono anche i tagli fatti sui polsi della vittima.

La richiesta

Presunto assassino e vittima

Alla luce di quanto detto dal suo collega, l’altro legale di Massimo Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni, ha chiesto in aula di fare “le perizie e andiamo a vedere se quel Dna è il suo o se, come crediamo noi, non è il suo”. Il riferimento è a quello che è stato trovato sui leggings e sulla biancheria intima della giovanissima e promettente ginnasta uccisa. Intanto Bossetti, dalla sua cella, continua a dichiararsi innocente e si è detto disponibile a sottoporsi all’esame del materiale biologico: “Fate tutte le perizie che volete”, ha esortato la difesa. “Lui la farebbe anche adesso, non ha paura del contraddittorio”, hanno affermato i suoi avvocati, definendo al contrario “la sentenza di primo grado autoritaria e assolutista”. Perciò Paolo Camporini ha dichiarato: “Se fossi il pm, l’avrei chiesta io la perizia, così lo inchiodavo definitivamente”; invece ha sostenuto che nel caso Yara “fin dall’inizio ci si è voluti sottrarre al contraddittorio”; ecco perchè la difesa ha voluto impugnare la sentenza: “Perchè non abbiamo avuto risposte”, ha concluso Camporini – mentre la procura ha definito l’ergastolo nei confronti di Bossetti una “decisione ineccepibile”-. Le arringhe degli avvocati del presunto assassino di Yara Gambirasio dovrebbero continuare fino a lunedì 10 luglio, tra tre giorni e la sentenza di secondo grado dovrebbe arrivare il 14.