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Guerra in Africa, Monti sta con la Francia

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Il governo italiano è al fianco della Francia nel fronteggiare le milizie jihadiste in Mali.

 

MALI – Il presidente del Consiglio dimissionario Mario Monti e i ministri rimarranno in carica per la gestione degli “affari ordinari” fino alla fine della legislatura. Ma entrare in guerra rientra in un “affare ordinario” come cita la Costituzione riguardo il ruolo dei governi esecutive a fine legislatura?

Monti al fianco della Francia in Africa

Il governo Monti in queste ultime sta offrendo supporto tecnico e logistico all’intervento militare francese di Hollande in Mali. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Giulio Terzi, e il Ministro della Difesa Di Paola ha precisato che: “ Non saranno impiegate truppe di terra italiane, né ci sarà alcun coinvolgimento del nostro paese in operazioni prettamente belliche. L’Italia si limiterà a fornire aerei da trasporto”. Al fianco della Francia, oltre all’Italia, ci sono Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti.

La Francia ha già dispiegato le sue truppe di terra nel Paese africano e adesso stanno avanzando verso nord dopo una primo raid aereo. Una guerra vera e propria, in cui 2.500 soldati francesi stano fronteggiando le milizie jihadiste attestate nella parte nord-orientale del paese sub-sahariano. Queste hanno già preso in ostaggio 41 persone e uccise 2 in Algeria, promettendo attentati a Parigi e agli alleati militari della Francia , come l’Italia. Lo riferiscono fonti locali, la tv Al Jazeera e l’agenzia mauritana Ani.

Gli islamisti stavano cercando di trasferire i lavoratori dell’impianto in un posto più sicuro. 35 dei 41 ostaggi stranieri sono stati rapiti in Algeria in un impianto della British Petroleum e 15 dei loro sequestratori islamisti sono rimasti uccisi in un raid condotto dall’esercito algerino locale mentre tentavano di spostarsi verso un altro stabile”.

Gli obiettivi di Hollande

Gli obiettivi della guerra di Hollande sono il petrolio , l’uranio e l’oro del paese sub-sahariano, ex colonia di Parigi, ricco di queste preziose risorse non ancora estratte e sfruttate. Infatti il Nord di Mali è al centro di un territorio con immense riserve di petrolio e gas e oro e uranio. Su queste hanno messo le mani la Francia con la potentissima Areva. Parigi sta tentando la riconquista del Nord Africa, al confine con la Nigeria e l’Algeria, dove c’è la maggior parte dei giacimenti di oro. Il dominio su quei territori garantirà alla Francia il dominio nel mercato dell’energia nucleare. L’atomo tornerà in auge e sarà la sola energia a far concorrenza al gas di Putin. Il ministro maliano delle miniere Amadou Sy Baby il 18 dicembre scorso ha firmato un decreto con il quale si è ripreso il blocco petrolifero numero 4 che nel 2006 l’ENI e la Sipex, società controllata dall’algerina Sonatrach, avevano ricevuto in concessione. Era l’ultimo giacimento petrolifero, di proprietà degli italiani nel bacino Taoudeni, controllato dallo scorso aprile dai ribelli Tuareg dell’Mnla e dai militanti islamici di Ansar Dine e Mujao. I francesi di Total avevano ottenuto quel giacimento. Ma ora senza l’intervento militare rischiano di perderlo.