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La raccomandazione di Papa Francesco alle suore: “Non fate le zitellone”

Papa Bergoglio

Raccomandazione di Papa Francesco alle suore: “Non fate le zitellone, ci vuole penitenza per tollerarsi l’una l’altra e trovare una pace non sofisticata"

La raccomandazione che un salace Papa Francesco ha fatto alle suore Figlie di Maria Ausiliatrice va ben oltre l’apparente “blasfemia” del concetto che il Pontefice ha enunciato in sintesi, è un’esortazione a superare certe “piccinerie relazionali” a cui neanche le donne che hanno preso i voti a volte sono immuni: “Non fate le zitellone”. 

Papa Francesco alle suore “zitellone”: l’altolà del Pontefice alla tentazione dei pettegolezzi

Ha spiegato Bergoglio a Roma: “Persone che hanno lasciato tutto, rinunciato al matrimonio, ai figli, alla famiglia, poi finiscono – scusate la parola – ‘zitellone’, cioè mondane, preoccupate per quelle cose”. E ancora: “E l’orizzonte si chiude, perché dicono: ‘Questa neanche mi ha guardato, quella mi ha insultato, quella’”. Poi l’esortazione: “Per favore, fuggite dalla mondanità spirituale”. 

Suore “zitellone” e Papa Francesco che le invita a non essere delle “signorine educate”

“E anche dallo status: ‘Io sono religioso, io sono religiosa’. Invece di essere donne consacrate a Dio, diventano così ‘signorine educate’ dove c’è il servizio missionario e dove c’è la mortificazione, di tollerarsi di tollerarsi l’una l’altra”. L’invito dell’acuto Pontefice è a tollerarsi: “Ci vuole tanta penitenza per tollerarsi l’una l’altra. Ma state attente alla mondanità spirituale. Non che per vivere ho bisogno di cambiare il telefonino, che ho bisogno di questo, di quell’altro, di prendere le vacanze sulla spiaggia”. 

La pace sofisticata delle suore “zitellone”: Papa Francesco indica loro il carisma

Poi la chiosa del capo del Vaticano: “Ma la mondanità è quello spirito che ti porta a essere non in pace o con una pace non bella, una pace sofisticata. Per voi consacrate questo richiede la fedeltà creativa al carisma, ed è per questo che tornate sempre al carisma, cioè ad una realtà viva, non una reliquia imbalsamata”.