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La Rai taglia i tgr della notte: i giornalisti si preparano a scendere sul piede di guerra

Rai sciopero giornalisti

Con il taglio del Tgr della notte, i giornalisti Rai hanno deciso di scendere sul piede di guerra. Uno sciopero potrebbe essere imminente.

Circa un anno fa in Rai sono entrati 90 giornalisti nelle redazioni regionali. Ora tutto ciò potrebbe essere vanificato a seguito del taglio del Tgr della notte che avvrebbe sofferto negli ultimi tempi di un bassissimo share. (Per l’esattezza circa il 5%). Questo avrebbe portato i giornalisti a prepararsi ad un eventuale sciopero che potrebbe essere avviato nei prossimi giorni. 

Rai sciopero giornalisti, una mobilitazione arrivata in modo compatto 

Nel frattempo i giornalisti, attraverso un comunicato sindacale dell’associazione di categoria, nei giorni scorsi avevano definito la decisione dell’azienda “Inaccettabile” e che secondo questi ultimi è stata “giustificata dall’azienda con gli ascolti bassi, ma che in realtà sono gli stessi di sempre, anzi la Tgr rappresenta, ad ogni appuntamento nel corso della giornata, il picco di share della rete, notte compresa.”

Rai sciopero giornalisti, l’azienda: “La misura non ridurrà di un minuto l’informazione”

Non si era fatta attendere la risposta dell’azienda diramata sul sitoweb del Tgr Lombardia: “La misura che verrà adottata non ridurrà di un minuto l’informazione notturna sulle reti Rai. Si tratta di un provvedimento teso a razionalizzare l’impiego di energie e che non priverà le sedi regionali dell’Azienda di presìdi per la copertura di eventuali emergenze . La scelta è stata compiuta mantenendo continuo il flusso informativo del canale Rainews24 sul quale avranno la possibilità di convergere le informazioni provenienti dal territorio italiano.”

Rai sciopero giornalisti, nell’occhio del ciclone il direttore del Tgr Casarin 

Ad ogni modo al centro dell’attenzione è finito il direttore del tgr Casarin che, stando a quanto scrive “Il giornalettismo” uno dei nodi principali della chiusura dell’edizione notturna riguarderebbe la conoscenza o meno della decisione presa da Viale Mazzini in tal senso e se si fosse quindi opposto a tale direttiva. In ogni caso, a seguito dell’incontro di mercoledì 1 dicembre con i Cdr, il quadro, di quella che potrebbe essere la prima mossa, dovrebbe risultare più approfondito.