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La reazione delle nostre aziende alla guerra è stata decisa, determinata e dinamica

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Questa la sintesi dell'intervento del Presidente dell'ABI Antonio Patuelli nel convegno 'Le banche nella ripresa economica" tenutosi il 28 Aprile a Villa Tornaforte-Aragno a Cuneo.

Un’analisi completa, a tutto tondo, a partire dalla storia sino ad un nuovo modello di Europa attraverso un esame attento del momento attuale, caratterizzato dallo scoppio delle ostilità tra Russia e Ucraina, nel quale inserire il ruolo delle banche, dell’economia e delle finanza. Con un cauto ottimismo sul futuro. Questa la sintesi dell’intervento del Presidente dell’ABI Antonio Patuelli nel convegno ‘Le banche nella ripresa economica” tenutosi il 28 Aprile a Villa Tornaforte-Aragno a Cuneo.

Patuelli ha dialogato con Beppe Ghisolfi, Vicepresidente e Tesoriere del Gruppo Europeo delle Casse di risparmio europee che ha rivolto al Presidente alcune domande sulla situazione attuale dell’economia italiana. Salvo per le tragiche ripercussioni di carattere umanitario Patuelli si dichiara ottimista dopo due mesi di ostilità tra Russia e Ucraina rispetto alle settimane precedenti. Le nostre imprese non hanno fermato la loro attività nonostante gravi problematiche come la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime ed i rincari dell’energia. Questo perché i nostri imprenditori sanno resistere e reagire di fronte a difficoltà, avversità, eventi negativi. Hanno dimostrato di avere nel tempo vaste relazioni e forte carattere, versatilità, capacità di adattamento e di saper allacciare nuove relazioni.

Un messaggio forte. Un nuovo vigore che Patuelli riscontra anche nelle istituzioni che si sono mosse con maggior determinazione rispetto a prima, quando spesso la risposta ad ogni richiesta era spesso negativa. Affiora l’immagine di una nuova Italia, più versatile, ed in grado di rispondere con le modalità più valide. La reazione delle nostre aziende in queste settimane difficili caratterizzate dal conflitto tra Russia e Ucraina è stata decisa, determinata e dinamica come altrettanto lo è stata quella delle istituzioni. In attesa delle delibere governative a supporto di nuove forme di politica industriale.

Occorre però anche una spinta più dinamica da parte degli stessi imprenditori. Più efficiente ed intraprendente, evitando così di subire gli eventi. Per decenni abbiamo vissuto periodi di pace commettendo però alcuni errori. Uno su tutti la mancata progettualità per il futuro e la passiva accettazione degli eventi successivi alla cosiddetta ‘guerra fredda’ evitando l’assunzione di responsabilità dei diritti e dei doveri. È mancata sia la memoria storica che una decisa spinta alla creatività imprenditoriale.

Un ulteriore argomento caldeggiato da Beppe Ghisolfi è quello delle dimensioni delle nostre banche. Il successo di un Istituto di Credito non dipende però dalle sue dimensioni. La banca in salute è quella che sa valutare i rischi, che si basa sull’affidabilità e sulla capacità di competizione nel mercato di riferimento e che sa mantenere elevati i livelli degli indicatori patrimoniali. Che sa crescere e rimanere al passo coi tempi. L’indipendenza del successo di una banca dalla sua dimensione è certificato dai fatti: negli ultimi anni abbiamo registrato diverse crisi bancarie che hanno riguardato banche di piccole, medie ed una di grandi dimensioni.

È stato affrontato anche il tema dell’educazione finanziaria, tanto caro al Dottor Ghisolfi, autore di alcuni best seller in materia. Tra gli obiettivi del governo l’educazione finanziaria ha un ruolo di primaria importanza, come dimostrano le tante iniziative promosse per diffondere questo tipo di conoscenze. Il valore dell’alfabetizzazione finanziaria è evidente: aumentare le proprie conoscenze e competenze permette da un lato di cogliere le opportunità giuste in base ai propri obiettivi finanziari e dall’altro lato aiuta a non cadere in raggiri e a non sottoscrivere strumenti finanziari non adatti alle proprie esigenze.

Infine un’analisi sul ruolo dell’Europa. Negli ultimi tempi si è verificato un superamento degli egoismi nazionali; e con l’Euro abbiamo ottenuto una moneta più solida che consente di mantenere un’inflazione più bassa di quella che sarebbe stata con la lira. Occorre però adesso focalizzarsi sulla crescita, fattore prioritario rispetto alla stabilità. Una nuova prospettiva che permetterà alla nostra economia, che ha potenzialità eccezionali , di ottenere nuovi spazi.