Il Faro dei Fantasmi, lo avevano chiamato quelli con il gusto per la poesia. Un piccolo avamposto nel mezzo del mare, sferzato da onde e venti a oltre 150 chilometri all’ora. Un faro i cui guardiani sono tutti morti in circostanze misteriose, spesso suicidi o in manicomio. Ma qualcuno non si arrende, e lo vuole riaprire.

Siamo a Tévennec, in Bretagna, la ventosa regione del nord della Francia. Qui, davanti alla costa di Finistère, Marc Pointud è appena tornato dalla sua missione: abitare per due mesi nel faro dei fantasmi, isolato completamente dal resto del mondo. Pochissimi metri quadri per vivere, e solo i libri a fargli compagnia.
C’è acqua ovunque, racconta. Acqua sul pavimento, acqua dalle pareti, l’aria è così piena di umidità da spingerti alla follia. Il sapore del sale è sempre sulle tue labbra, e le urla del vento riempiono ogni singolo minuto della giornata. La pelle si spacca, il sole batte senza tregua. Una cosa da impazzire.
Un lavoro terrificante, ma ce l’ha fatta. L’uomo di 64 anni è riuscito a resistere.
Era un atto dimostrativo: Marc voleva sfatare il mito del faro, e accendere i riflettori sulle sue condizioni. C’è bisogno di sponsor per ripararlo: il faro dei fantasmi è un simbolo della storia del luogo, nonostante sia abbandonato da più di un secolo. Ora comincia la parte davvero difficile: riuscire a finanziare il lavoro di ristrutturazione. Coraggio, Marc. Speriamo tutti che tu ce la faccia.
- Questa immagine dà l’idea di come sia isolato il faro.
- Distrutto nel corpo, ma non nello spirito.
- Anche solo arrivare al faro richiede uno sforzo fisico enorme. Ma Marc sembra essere fatto d’acciaio.
- Questa è una rara giornata con il mare calmo e il cielo limpido.