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La scorta a Berlusconi ci costa 2,5 milioni l'anno: non sono agenti ma uomini della security della Fininvest

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Silvio Berlusconi ha a sua disposizione un piccolo esercito per garantirsi la sua sicurezza. Parliamo di 40 uomini e due auto blindate senza tener conto delle forse dell'ordine presenti all'esterno delle sue lussuose residenze. "Il Fatto quotidiano" ha fatto due conti e è arrivato alla conclusione ...

GetContent+(1)Silvio Berlusconi ha a sua disposizione un piccolo esercito per garantirsi la sua sicurezza. Parliamo di 40 uomini e due auto blindate senza tener conto delle forse dell’ordine presenti all’esterno delle sue lussuose residenze. “Il Fatto quotidiano” ha fatto due conti e è arrivato alla conclusione che la scorta del premier costa agli italiani 2,5 milioni di euro l’anno, 200mila euro al mese. Gli agenti della scorta guadagnano 5.000 euro netti al mese. Una scorta che Silvio Berlusconi continua a mantenere anche non essendo più Presidente del Consiglio. Le sorprese non finiscono qui, perché se Berlusconi da un lato, grazie a una serie di leggi su misura è riuscito a garantirsi questa imponente scorta, dall’altro, sempre grazie a leggi varate su misura ha fatto si che della sua sicurezza potessero occuparsene uomini della security di Fininvest e Standa. Il motivo è che Berlusconi si accerchiasse di uomini di fiducia che non facessero troppe domande su chi entrava e usciva dalle sue ville. Come riporta Il Fatto Quotidiano

Prima di allora, infatti, nessuno poteva entrare in polizia, carabinieri o finanza senza un regolare concorso pubblico. Per garantirsi la “sua” scorta – che obbedisca a personalissimi criteri di fedeltà privata e discrezione pubblica – Berlusconi ricorre allora a un escamotage senza precedenti: grazie alle sue prerogative di Presidente del Consiglio, s’inventa una nuova competenza ad hoc presso i Servizi, gli unici cui la legge consente di assumere personale a chiamata diretta. Nasce così un nucleo per la scorta del presidente che fa capo al Cesis (oggi Aisi, Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna) anziché al Viminale, anche se con l’attività di intelligence vera e propria nulla ha a che fare. Gli uomini d’azienda vestiranno la divisa sotto la guida dell’uomo che, alla fine degli anni Ottanta, faceva la security alla Standa. E che di punto in bianco si trova capo-scorta del presidente del Consiglio con la qualifica di capo-divisione dei servizi. E si porta dietro almeno altre cinque ex body-guard Fininvest. Col tempo la struttura è cresciuta a ventiquattro unità, poi 31 e infine 40 che stavolta vengono in parte attinte dalle Forze dell’Ordine, ma sempre su indicazione di quel primo nucleo. Che tornerà regolarmente ad ogni successivo mandato. Anzi, non smetterà più di prestare servizio.

Si tratta a tutti gli effetti di un servizio di scorta privata pagata con i soldi degli Italiani