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La scuola rimanda a settembre il PNRR: decine di istituti non ce la faranno

La scuola italiana sta "bocciando" il Pnrr

La scuola rimanda a settembre il PNRR e "boccia" il governo: "A che servono le stampanti 3D se mancano gli spazi?"

Un po’ come accade con gli alunni che non si applicano la scuola rimanda a settembre il PNRR: decine di istituti non ce la faranno a rispettare un timing troppo stretto. La data del 30 giugno per attuare quella 4.0 è troppo vicina per adeguare e si chiede di spostarla, a settembre appunto. Ma cosa sta accadendo? Che, come spiega tra gli altri media Repubblica, “la data del 30 giugno le scuole d’Italia la considerano andata”.

La scuola rimanda a settembre il PNRR

A far fede sono ad esempio le parole della dirigente scolastica del Liceo Newton di Roma, Cristina Costarelli, riportate dal quotidiano: “Non si potrà rispettare”. E non è finita, dato che anche a livello sistemico l’Associazione nazionale presidi, di cui la Costarelli è presidente per il Lazio, ha già chiesto lo spostamento di in avanti del termine ultimo al 30 settembre. Qualcuno è andato oltre e l’Andis lo vorrebbe spostato al 30 ottobre. Il sunto è che sarebbe “impossibile rispettare la scadenza del 30 giugno, le segreterie non riescono a stare dietro i progetti”.

Cosa dicono molti presidi italiani

Senza contare poi che dal governo in ordine alla battaglia cruciale sulla dispersione manca ancora il decreto sui fondi. Un esempio? Calzante è stato quello sulla decisione di un liceo artistico di Varese di bocciare l’utilizzo di fondi del PNRR. Lo prevedeva il Piano Scuola 4.0, ma una nota spiega che il 18 maggio si è tenuto presso l’istituto scolastico il Collegio Docenti che ha scoperchiato il calderone. Il sunto è: “A che servono le stampanti 3D se mancano gli spazi? Quei fondi sono da spendere meglio”.