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La serie sugli 883, Sydney Sibilia: nei testi un mondo da raccontare

Roma, 6 ott. (askanews) – Gli anni ’90, le canzoni cantate ancora oggi dai ragazzi di allora, ma non solo; la vita di provincia e soprattutto una grande amicizia. Racconta la storia di Max Pezzali e Mauro Repetto e le origini del loro successo inaspettato, la serie di Sydney Sibilia “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883” (Sky Original prodotta da Sky Studios e da Groenlandia), dall’11 ottobre su Sky e in streaming su NOW.

Per Sydney Sibilia, che ha partecipato anche alla scrittura, è la prima regia di una serie tv (che ha diretto con Alice Filippi e Francesco Ebbasta): “Era un po’ di tempo che riascoltavo gli 883, qualche anno fa, e all’improvviso ti scatta qualcosa…, capisci che tutte quelle canzoni che ti piacevano da piccolo, capisci perché ti piacevano, perché c’era molto di più in quei testi, … scopri che dentro c’è un mondo incredibile che vale la pena raccontare”.

Due ragazzi normali ma molto diversi, il cui successo è stato anticipato da quello delle loro canzoni, che poi all’improvviso si sono sciolti, generando incredulità e mistero. Una storia “leggendaria” in questo senso che per il regista meritava di essere raccontata, partendo inizialmente dal libro di Max Pezzali “I cowboy non mollano mai. La mia storia”. “Poi ci siamo resi conto che tutto quello che c’era nel libro era già nei testi delle canzoni e abbiamo deciso di lasciar stare l’ordine cronologico, perché ci siamo detti: se andiamo nelle canzoni troviamo tutto quello che ci serve”.

I personaggi, i luoghi e le ambientazioni cantate dagli 883 prendono vita nei vari episodi, da Cisco al Jolly Blue. Ma non è una serie nostalgica. “È un teen-drama di fatto, dei ragazzi, con il loro sogno, che ce la mettano tutta”. A interpretare Max e Mauro ci sono Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, un’altra generazione ma comunque cresciuta con in sottofondo gli 883. “Anche se siamo del 2000 io alle superiori li ascoltavo”. “Anche non volendo li ascoltavi, la lingua e la narrativa di provincia è un po’ quella, in tutte le province è la stessa, quindi sì, li ascoltavo pure io”.