Girato a Palermo, “I Fratelli Corsaro” è una popolare serie letteraria scritta da Salvo Toscano che mescola il genere giallo con toni di commedia. L’ambientazione è in un versione sconosciuta di Palermo, dove i segreti – spesso legati alla borghesia – vengono svelati da una coppia di fratelli unica. Ora diventata una miniserie di quattro episodi, debutterà su Canale 5 da domani, sotto la direzione di Francesco Micciché e la produzione di Taoude e Camfilm. In primo piano abbiamo i siciliani Beppe Fiorello e Paolo Briguglia, due fratelli molto diversi, che interpretano un giornalista e un avvocato rispettivamente. Sintaggma è, Fiorello è molto abile a rappresentare il ruolo del fratello.
Non è stato questo particolare che ha portato Briguglia ad accettare il ruolo, ma piuttosto la competenza con cui i personaggi di Toscano sono delineati. Troppo specifici per richiedere una reinterpretazione personale, secondo Briguglia. Il suo personaggio, esuberante, ricorda più un suo cugino che la figura su cui si basa, Rosario. Il cugino, un uomo che non ha mai desiderato una relazione stabile, era visto come un mito per i ragazzi della sua generazione.
Fiorello interpreta Fabrizio, un giornalista donnaiolo, come direbbero in Sicilia. Un personaggio che si nasconde dietro un velo di mistero, contrapposto al suo fratello, un uomo integro e leale al suo matrimonio. Questa parte presenta un cambiamento per Fiorello, spesso visto in ruoli più positivi. Afferma di essersi sentito attratto dalla sfida di interpretare Fabrizio Corsaro, un giornalista d’antan che si affida ancora al suo taccuino. E che ha un buon istinto.
Sei stata tu a dare il via a questo programma televisivo?
“Letto ‘Strani Sospetti’ di Toscano e ne rimasi affascinato. Discusso del libro con la produttrice, Camilla Nesbitt, che ha fatto un ottimo lavoro nel garantire i diritti per la serie televisiva”.
Ciò l’ha portata a debuttare con Mediaset, dopo un lungo periodo con Rai.
“Nesbitt ha lavorato molte volte con Mediast e mi ha portato qui, ma non è un contratto esclusivo”.
Sei nato a Catania, cresciuto tra Siracusa e Messina. Girare a Palermo è stato come tornare a casa?
“Assolutamente no. Nonostante possa sembrare strano, il mio legame con Palermo è sempre stato occasionale, l’ho visitata ma non la conoscevo a fondo. È stato stupendo immergermi in questa città”.