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La solidarietà? Un caffè ed una spesa in sospeso

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L’usanza del “caffè sospeso” appartiene alla tradizione napoletana del dopoguerra, e consiste nel prendere un caffè al bar e pagarne un altro a chi è meno fortunato e non può permetterselo. L’iniziativa di lasciare un caffè per uno sconosciuto sta cominciando a prendere piede anche ...

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L’usanza del “caffè sospeso” appartiene alla tradizione napoletana del dopoguerra, e consiste nel prendere un caffè al bar e pagarne un altro a chi è meno fortunato e non può permetterselo. L’iniziativa di lasciare un caffè per uno sconosciuto sta cominciando a prendere piede anche in luoghi diversi dalla città partenopea e dintorni. La solidarietà dei tempi moderni passa anche attraverso la “spesa sospesa”: l’iniziativa è stata presa da alcuni commercianti di prodotti alimentari in collaborazione con la Coldiretti Lombardia e Banco Alimentare. Aggiungendo tre euro alla propria spesa si effettua una donazione per una mini borsa contenente uova, pasta e salsa di pomodoro, da destinare a persone che si trovano in stato di bisogno.

Un altro esempio virtuoso arriva da Busto Arsizio, dove un gruppo di cittadini, fondatori dell’associazione “Busto nel cuore” hanno lanciato una spesa sospesa con donazioni libere, lasciate alla discrezione dei donatori. All’iniziativa hanno aderito una cinquantina di negozi, tra bar, pizzerie, gelaterie e panifici.

Funziona in questo modo: si lascia una contributo in un barattolo posizionato alla cassa. L’importo incassato viene utilizzato da chi gestisce il negozio per aiutare persone in difficoltà comprando generi alimentari. I contributi sono di vario tipo, c’è anche chi lascia cento euro.