> > La Spagna approva la legge sul consenso sessuale: “Solo si vuol dire si”

La Spagna approva la legge sul consenso sessuale: “Solo si vuol dire si”

Approvata in Spagna la legge del "Solo si vuol dire si"

Con i voti del centrosinistra e ed il parere contrario di popolari e Vox la Spagna approva la legge sul consenso sessuale: “Solo si vuol dire si”

La Spagna si mette in pari con la civiltà ed approva la legge sul consenso sessuale, quella sul cosiddetto “solo si vuol dire si”. Dopo alcuni casi eclatanti il paese colma un vuoto giudiziario ed impedisce nuove ingiustizie sugli stupri che in alcuni fascicoli non avevano prodotto pene congrue. E che non le avevano prodotte perché si era applicato il principio giuridico aberrante per cui la mancanza di resistenza equivarrebbe ad una sorta di assenso o di attenuante per gli offender. Ecco, quella lettura non sarà più argomentazione processuale accettata e solo il consenso della persona, espresso liberamente e in maniera chiara, farà fede nella valutazione eventualmente scagionatoria dei casi di violenza carnale. 

“Solo si vuol dire si”: la nuova legge sugli stupri

La legge è stata approvata dal Parlamento spagnolo con l’ok della maggioranza di centrosinistra e il voto contrario dei 140 esponenti del Partido popular e Vox. Si tratta della legge del “solo sí es sí’ e il suo presupposto come sempre fu un caso giudiziario clamoroso. Nello specifico fu uno stupro di gruppo di sei anni fa durante la festa di San Firmino, quando in cinque violentarono una donne per sei volte e “senza il suo consenso”, come scrissero i giudici nel 2018

La violenza di gruppo che diede l’input

Sta di fatto che i militari imputati non ebbero 22 ma 9 anni di prigione perché la donna non oppose resistenza e in un video la si vedeva tenere gli occhi chiusi ma non fare gesti di resistenza malgrado fosse stata schiacciata contro un muro. La ministra all’Uguaglianza Irene Montero ha parlato della legge come di “un passo decisivo per cambiare la cultura sessuale del nostro Paese, lontano dalla colpa e dalla paura, per lasciarsi alle spalle la cultura dello stupro e creare una cultura del consenso”.