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La storia di Nadia, inseguita e minacciata dal suo stalker per 33 anni

Stalker

La storia di Nadia è davvero terribile. La donna è stata inseguita e minacciata dal suo stalker per 33 anni, vivendo un vero e proprio incubo.

La storia di Nadia è davvero terribile. La donna è stata inseguita e minacciata dal suo stalker per 33 anni, vivendo un vero e proprio incubo.

La storia di Nadia, inseguita e minacciata dal suo stalker per 33 anni

La storia di Nadia – raccontata sulle pagine del Corriere della Sera da Giusi Fasanoè davvero terribile e così lunga che è diventata una testimone del cambiamento di sensibilità sull’argomento della violenza di genere. “I primi anni mi sono anche sentita dire: ma no, vedrà che poi smette. C’era un’attenzione diversa per questo genere di cose. Quando è arrivata la legge sullo stalking io ci avevo già fatto il callo con quel tema…” ha raccontato la donna, che ha firmato tantissime denunce nel corso degli anni. I primi anni il suo stalker si faceva trovare ovunque. La donna ha messo le sbarre alle finestre e al balcone e in 33 anni ha cambiato la serratura del portone di casa una decina di volte, perché la trovava sempre bloccata dalla colla. Nel 2001, quando Nadia era già sposata, ha deciso di andare a vivere lontano da Falconara, per poi tornare nel 2009 con una figlia piccola, sperando che tutto fosse finito. Non era così. Lui ha subito iniziato a perseguitarla di nuovo, usando anche i social per insultarla e minacciarla.

Nadia: “Ha sempre aspettato il momento per ricominciare”

Nel 2011 è stato emesso un divieto di avvicinamento e per cinque anni tutto sembrava finito. “Ho sempre pensato: prima o poi la smette. Ma quello ha sempre aspettato il momento per ricominciare. Sempre. E io ogni volta ho ripreso ad avere paura, a uscire sempre accompagnata. Una tortura” ha dichiarato Nadia. Per molto tempo lo sentiva alle sue spalle, ma quando si girava non lo vedeva. Si sentiva continuamente osservata e dal 2019 le cose sono peggiorate, fino a diventare insopportabili nell’autunno 2021. “Soltanto fra ottobre e oggi lo abbiamo querelato quattro volte” ha raccontato Fabrizio Belfiore, avvocato di Nadia. Scriveva messaggi inquietanti e minacciosi su Facebook, pubblicandoli insieme alla foto di Nadia, con indirizzo e numero di telefono. Lasciava nella cassetta della posta o sul tergicristallo degli scritti fatti con un normografo, trovato durante una perquisizione. In un post molto inquietanti si vede lui alle prese con un fucile e una pistola, e ha anche pubblicato un post in cui ha scritto “bisognerebbe scioglierla nell’acido“.

L’incubo di Nadia: “Non posso dire di stare bene”

Sono arrivata a uscire con il cappello in testa, gli occhiali da sole e magari due mascherine pensando: così se mi butta l’acido mi proteggo un po’. Questa è la paura. Per fortuna i carabinieri sono stati bravi e hanno raccolto tutto quel che serviva per mandarlo in carcere. Io oggi mi sento libera, certo, però non posso dire di stare bene. Ho un buco allo stomaco perenne e provo rabbia, se ci penso. Mi chiedono: perché non lasci Falconara? La risposta è: perché non è giusto. Qui ho i genitori anziani che hanno bisogno di me, ho gli amici, la scuola di mia figlia, i suoi amici. Questa è la mia città, dalla mia finestra si vede il mare e io adoro il mare. Andar via sarebbe scappare. Perché devo scappare e rinunciare a tutto? Perché devo fare io la fatica di ricominciare daccapo altrove? Non è giusto” ha dichiarato Nadia, che ha voluto mandare un messaggio a tutte le altre donne nella sua situazione. “Non mollate mai e denunciate sempre. Ha torto chi perseguita, non chi subisce. Io credo nella giustizia. Sono certa che arriverà” ha aggiunto.