> > La strana storia di Noviello, il "finto" suicida

La strana storia di Noviello, il "finto" suicida

default featured image 3 1200x900

Immaginate la scena: un allenatore e dieci giocatori che rientrano nello spogliatoio all’intervallo sotto di un gol e che trovano il loro compagno da poco espulso riverso a terra, svenuto, con le braccia insanguinate. Visto anche il periodo, è un autentico shock. E se il tecnico si chiama Kar...

Noviello

Immaginate la scena: un allenatore e dieci giocatori che rientrano nello spogliatoio all’intervallo sotto di un gol e che trovano il loro compagno da poco espulso riverso a terra, svenuto, con le braccia insanguinate. Visto anche il periodo, è un autentico shock. E se il tecnico si chiama Karel Zeman ed è il figlio di Zdenek c’è tutto per parlare di una maledizione. Ma questa volta per fortuna c’è il lieto fine a tal punto che la storia si accompagna anche con un pizzico di divertimento. Giorgio Noviello, 28 anni, calciatore di seconda fila come tanti, cresciuto nell’Empoli senza però mai esordire in Serie A nè in B, affermatosi nelle categorie inferiori, ora sta benissimo ma suo malgrado si è conquistato mezza giornata di popolarità. Tutta colpa di un malinteso e di una solerzia forse eccessiva da parte dei Carabinieri.

La partita è Neapolis-Fano, 39^ giornata del campionato di Seconda Divisione, girone B. I marchigiani, ormai avviati verso la salvezza, sono sotto di un gol e poco prima del 45’ rimangono pure in dieci perché un giocatore, Noviello, eccede nelle proteste e viene espulso. “A quel punto non c’ho più visto – ha detto Noviello – perchè venivo da un infortunio e tenevo tanto a questa partita (è nato a Torre del Greco, 30 km da Mugnano, ndr). Così nello spogliatoio ho preso a pugni tutto ciò che ho trovato sottomano, dalle bottiglie al tavolo”. Il risultato è stato sotto gli occhi del ragazzo in pochi secondi: “Non saprei dire di preciso contro cosa abbia sbattuto (la “colpa” sembra essere della chiave della porta) ma ho cominciato a perdere molto sangue dal polso”. Il resto lo fa il carattere facilmente impressionabile del giocatore, che sviene pochi secondi dopo e viene appunto ritrovato privo di sensi dai compagni.

Ma lo spavento è durato poco perché Noviello ha ripreso presto conoscenza. Tutto chiarito? No, perché i Carabinieri vogliono vederci chiaro e non credono alla versione del ragazzo, definita “di facciata”. In serata si sparge la voce che Noviello si sia ferito con una lametta nel tentativo di tagliarsi le vene e solo dopo diverse ore il giocatore riesce a convincere tutti, ma proprio tutti, che è stato solo un incidente, che tra qualche anno Giorgio potrà raccontare al figlio che sta per nascergli, oltre che la cronaca di un pomeriggio pieno di paura per tutti e di sospetti eccessivi, per qualcuno.