> > "Arrendetevi o morirete tutti". La stretta dei russi e di Putin su Severodonetsk

"Arrendetevi o morirete tutti". La stretta dei russi e di Putin su Severodonetsk

La città di Severodonetsk

Una stretta che non prevede colpi di testa o testardi obiettivi propagandistici quella su Severodonetsk: il modello dei divisionali di Cecenia

I russi hanno imparato la lezione: più strategia e meno tattica patriottarda per attuare la stretta su Severodonetsk e chiedere la resa di tutti i difensori. La riprova? Le truppe di Mosca stavolta non sono cadute, come a Mariupol con la Azovstal, nel tranello di concentrarsi su Azot e puntano alla combo con Lysychansk. Come stanno facendo?

La stretta finale su Severodonetsk

Allargando gli spot di artiglieria fino alla cittadina di Lysychansk e martellando gli obici ucraini (forse italiani) che dalle alture cercando di utilizzare la barriera naturale del fiume Severskij Donetsk per contrastare l’avanzata ma senza riuscirci. I russi hanno tre direttrici per stringere Severodonetsk: da nord e nord est con i miliziani di Lugansk e con i ceceni e con quasi tutti i settori conquistati e da est con fuoco di artiglieria che spazza il terreno fra le due città. Sul giornale Gian Micalessin porta a conforto della sua lucida analisi le parole del governatore Sergei Gaidai: “I russi controllano la maggior parte della città e la zona industriale è pesantemente bombardata da artiglieria nemica di grosso calibro”.

Ponti distrutti e nessun colpo di testa

Con i ponti distrutti e l’artiglieria di Kiev che non riesce e fare breccia è evidente che i comandanti dei grandi reparti stavolta non hanno abboccato: non vogliono entrare in pompa magna da Severodonetsk e far fare il tiro al piccione agli ucraini nell’attraversamento del fiume, vogliono solo chiudere tutto intorno ed aspettare la resa. Come in Cecenia, dove la maggior parte del generalissimi che oggi combattono a Severodonetsk si erano fatti le ossa come divisionali. Il sunto? Entro pochi giorni Severodonetsk è destinata a cadere. Tutta.