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La telefonata di Mario Draghi al ministro Speranza: tensione per le decisioni sulla scuola

Draghi-Speranza

Una telefonata di Mario Draghi al ministro Roberto Speranza avrebbe dimostrato che al governo ci sono forti tensioni per le recenti decisioni prese.

Una telefonata di Mario Draghi al ministro Roberto Speranza avrebbe dimostrato che al governo ci sono forti tensioni per le recenti decisioni prese, soprattutto per quanto riguarda la scuola.

La telefonata di Mario Draghi al ministro Speranza: tensione per le decisioni sulla scuola

C’è aria di tensione all’interno del Governo. Secondo quanto riportato da Dagospia, Mario Draghi avrebbe fatto una telefonata di fuoco al ministro Roberto Speranza. Il premier non ha gradito il caos scoppiato per le decisioni prese riguardo la scuola. Gli istituti hanno ricevuto una circolare in cui è stato spiegato il ritorno alla didattica a distanza per tutti gli studenti con un solo positivo in classe. Una circolare che, dopo qualche ora, è stata smentita dal governo, con il secondo dietrofront sull’argomento. “La decisione di spedire i ragazzi a casa in presenza di un solo contagio ha spiazzato Draghi, visto che non era stato adeguatamente informato” si legge sul sito diretto da Roberto D’Agostino.

La telefonata di Mario Draghi al ministro Speranza: il rimprovero

Mario Draghi non sarebbe stato informato sull’argomento, per questo ha subito telefonato al ministro della Salute, che avrebbe scaricato le responsabilità su Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero. Roberto Speranza avrebbe spiegato di aver seguito le sue indicazioni. Il premier crede molto in una disciplina in cui le gerarchie e gli ordini devono essere rispettati, per questo sarebbe scattato un duro rimprovero nei confronti del ministro. Draghi avrebbe sottolineato che a consigliare il governo in queste decisioni c’è il Comitato tecnico scientifico.

La telefonata di Mario Draghi al ministro Speranza: dietrofront sulla scuola

Mario Draghi avrebbe contattato anche il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, secondo cui la circolare era un po’ troppo severa. Il premier ha poi cercato una conferma dal commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, anche lui convinto fosse tutto eccessivo. Il generale ha garantito maggiori test nelle scuole per mantenere le lezioni in presenza anche in caso di aumento dei contagi. La decisione di Speranza, quindi, è stata subito ribaltata e di conseguenza il governo ha dovuto fare un secondo dietrofront sulla scuola.