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La vita non è sempre una fiaba, Bansky apre il parco divertimentI anti Disney

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Provocatore, geniale e, soprattutto, misterioso. Questo è Bansky, il più famoso street artist del pianeta. Di lui si sa solo che viene da Bristol e che ha circa quarant'anni. Per il resto, nulla. Tanto quanto la sua biografia sembra essere coperta da un buio che la cela agli sguardi, sono per con...

Provocatore, geniale e, soprattutto, misterioso. Questo è Bansky, il più famoso street artist del pianeta.
Di lui si sa solo che viene da Bristol e che ha circa quarant’anni. Per il resto, nulla. Tanto quanto la sua biografia sembra essere coperta da un buio che la cela agli sguardi, sono per contro sempre in piena luce i suoi lavori, da quando si intrufolava nei musei più famosi d’Europa ad appendere le sue opere, per esempio quadri raffiguranti dame in abiti settecenteschi che indossavano maschere antigas, fino ai murales a stencil che, di tanto in tanto, compaiono in qualche città del mondo.
Agisce non visto, riempendo un muro con immagini ironiche e incisive, poi se ne va.
Nemico del consumismo, della guerra, della banalità in genere, Bansky ha deciso che il suo prossimo bersaglio è la Disney e, per dare vita alla sua ultima provocazione, ha temporaneamente aperto un parco giochi in un’area dismessa della spiaggia di Weston super mare, nel Sommerset, in Gran Bretagna.
Dismaland il nome del parco, ottenuto utilizzando il termine dismay, che significa sgomento, per richiamare con una storpiatura linguistica e concettuale il nome Disneyland.
La vita non è sempre una fiaba” dice Topolino in un murales, e in questa battuta c’è tutto il senso dell’iniziativa dello street artist: al mondo Disney favoloso e bugiardo si risponde con una dose di cruda verità, raccontata attraverso installazioni provocatorie.
C’è la morte (con falce) seduta in una macchina da autoscontro, un castello fiabesco fatiscente e dall’aspetto sinistro, un barcone stracolmo di migranti e un rivenditore di hot dog che promette cibo gratis a chi indovina con che animale sono preparati i panini.
Fra ambientazioni sinistre e lugubri, c’è anche spazio per installazioni di vari artisti, oltre a Bansky, come Damien Hirst e Jeff Gillette.
Il parco è rimasto aperto per un periodo di tempo limitato, dal 22 agosto al 27 settembre 2015. Cosa succederà dopo (e, trattandosi di Bansky, potrebbe trattarsi qualsiasi cosa) non si sa.