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Lady Huawei torna in Cina: "La diplomazia degli ostaggi funziona"

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Roma, 25 set. (askanews) - Dopo tre anni di arresti domiciliari in Canada, "Lady Huawei", alias Meng Wanzhou, direttrice finanziaria del colosso cinese delle telecomunicazioni, è libera e si è imbarcata su un volo diretto a casa, per la precisione a Shenzen. "Negli ultimi tre anni la mia vita Ã...

Roma, 25 set. (askanews) – Dopo tre anni di arresti domiciliari in Canada, “Lady Huawei”, alias Meng Wanzhou, direttrice finanziaria del colosso cinese delle telecomunicazioni, è libera e si è imbarcata su un volo diretto a casa, per la precisione a Shenzen.

“Negli ultimi tre anni la mia vita è stata messa sotto sopra. È stato un periodo sconvolgente per me, in quanto madre, moglie e dirigente d’azienda. Ma credo che ci sia sempre un lato positivo. È stata un’esperienza inestimabile” .

La figlia 49enne di Ren Zhengfei, fondatore di Huawei, il

più grande produttore mondiale di apparecchiature per le

telecomunicazioni e leader nella tecnologia 5G, era stata arrestata nel dicembre 2018 a Vancouver durante uno scalo in Canada dietro l’accusa di violare le sanzioni contro l’Iran e di costituire una minaccia per gli Stati Uniti. Meng è stata liberata dopo un accordo con il Dipartimento di giustizia statunitense, in cui ha dovuto ammettere alcuni illeciti in cambio del ritiro delle accuse di frode bancaria.

Si è così concluso un caso diplomatico tra l’Occidente e la Cina, che ha visto poche ore dopo la liberazione di Meng, l’automatico rilascio di due canadesi detenuti in Cina, Michael Spavor e Michael Kovrig, accusati di spionaggio dalla Cina e arrestati anche loro nel 2018.

“Penso che la Cina sarà tentata dall’usare nuovamente la diplomazia degli ostaggi, perché ha funzionato in una certa misura – ha commentato Jean-Pierre Cabestan, professore di ricerca in scienze politiche all’università di Hong Kong – ma allo stesso tempo ha contribuito a danneggiare l’immagine della Cina nel mondo e le relazioni della Cina con diversi partner chiave”.

Pechino aveva sempre negato di aver arrestato i due canadesi come ritorsione.