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Lapide di Aldo Moro imbrattata con svastiche e scritte

lapide aldo moro

In via Fani (Roma) una lastra di cemento dove sorgeva la lapide commemorativa in onore di Aldo Moro è stata imbratta. Si cercano i colpevoli.

Sulla base di cemento su cui sorge la lapide commemorativa in onore di Aldo Moro e della sua scorta sono state trovate due svastiche disegnate con spray nero e la scritta minatoria “A morte le guardie”. La targa era stata momentaneamente rimossa e portata in via Stresa, dove tuttora è conservata, per lavori di restauro.

La lapide imbrattata

Sconvolti gli abitanti di via Mario Fani, Roma, che questa mattina del 21 febbraio, intorno alle ore 7, hanno scoperto che la lastra di cemento su cui è posizionata la targa in ricordo di Aldo Moro e della sua scorta è stata deturpata con due svastiche e delle scritte. “A morte le guardie”, recita il murales, in riferimento ai cinque uomini della scorta del politico uccisi quella mattina del 16 marzo 1978: Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi.

Il Comune è intervenuto subito per cancellare la scritta, mentre sul posto si sono recati gli uomini della polizia, che hanno iniziato immediatamente la ricerca dei colpevoli.

Il fatto, come hanno affermato i cittadini della zona intervistati, si inserisce in un clima di tensione e instabilità sociale per la rinascita, in Italia, di vari gruppi neofascisti, di cui, senza dubbio, fanno parte i responsabili dell’atto di vandalismo.

Non è la prima volta che accade un fatto simile. A Monte Compatri, sempre in provincia di Roma, la lapide dedicata ad Aldo Moro che sorge nell’omonimo Parco Pubblico, nel centro della cittadina, è stata poco tempo fa imbrattata da alcuni vandali e ripulita dal consigliere comunale Francesco Ferri, aiutato da alcuni abitanti volenterosi di dare una mano. Tutte le scritte sono state cancellate e la stele è tornata alla sua dignità originale.

lastra aldo moro

Il rapimento di Aldo Moro

La lastra venne inaugurata in seguito allo sconvolgente fatto che coinvolse la politica e la società italiana nel 1978, quando il Segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro venne rapito da un gruppo delle Brigate Rosse composto da Valerio Morucci, Franco Bonisoli, Prospero Gallinari, e Raffaele Fiore, con il supporto di Mario Moretti, Alessio Casimirri, Alvaro Lojacono, Barbara Balzerani, Bruno Seghetti e Rita Algranati. Alle 9 del 16 marzo i terroristi, travestiti da impiegati di Alitalia, sorpresero Aldo Moro e la sua scorta in via Fani e spararono alle guardie, portando a compimento il rapimento del politico democristiano, il quale venne ucciso 55 giorni dopo la detenzione.