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Latina, parla il fratello di Capasso: "Non era un mostro"

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Intervistato il fratello di Luigi Capasso. Smentisce che il carabiniere avesse premeditato la morte delle figlie e lo dipinge come un buon padre.

Intervistato Gennaro, fratello maggiore di Luigi Capasso, il carabiniere responsabile della strage di Latina. “Mio fratello non era un mostro” afferma a Radio 24.

Il mostro di Latina

A Radio 24, uno dei fratelli di Luigi Capasso si è espresso riguardo alla strage di Cisterna di Latina. Sconvolto, ha affermato che il carabiniere aveva sicuramente sofferto dopo la separazione dalla moglie, ma che non avrebbe mai potuto premeditare la morte delle sue amate bambine. La tragedia famigliare, che Gennaro Capasso ha definito “un fulmine a ciel sereno”, sarebbe stato il frutto di un raptus, di un attimo di follia. Un attimo che però è bastato a togliere la vita a due bambine.

Il fratello del carabiniere ha ammesso che Capasso era stato particolarmente provato da quello che era successo quel famoso 4 settembre, quando la moglie aveva presentato un esposto alla questura di Latina accusando il marito di essere violento. Antonietta Gargiulo aveva minacciato il marito di denunciarlo se non avesse lasciato la casa famigliare spontaneamente. Il carabiniere aveva perciò abbandonato l’appartamento e si era trasferito nell’alloggio della caserma di Velletri, dove era rimasto fino al suo ultimo giorno di vita. Intanto, Antonietta si era messa in contatto con un avvocato, lo stesso che tuttora la tutela.

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“Voleva tornare a casa e ha fatto di tutto per riuscirci” ha dichiarato Gennaro Capasso con un velo di malinconia nella voce. Ha inveito contro i media, che stanno dipingendo il fratello come un mostro. Gennaro lo ha descritto come un padre normale, amorevole e premuroso, che badava alle figlie quando la moglie lavorava e lui non era in servizio. Le bambine non lo temevano, anzi, trascorrevano volentieri il tempo con il papà, che le portava sempre al cinema e a danza. Secondo Gennaro, la cognata sarebbe stata incoraggiata dal proprio avvocato a prendere misure radicali nei confronti del marito: segnalazioni per stalking, divieto di telefonarle, allontanamento dalle bambine… Il carabiniere temeva di perdere la casa in cui aveva a lungo vissuto e, soprattutto, di non potere più vedere le sue Martina e Alessia. “Gli è crollato il mondo addosso” ha sostenuto Gennaro Capasso. A distruggerlo sarebbe stata proprio la lontananza dalle figlie e il clima di odio e tensione creatosi intorno alla già drammatica situazione coniugale. L’avvocato di Antonietta avrebbe giocato un ruolo non indifferente. A lui, Gennaro Capasso attribuisce la colpa di non avere lottato per una riappacificazione tra il fratello e la cognata.

Riguardo poi alle accuse di violenza nei confronti della moglie, Gennaro ha detto che il fratello non era un uomo aggressivo. Certamente era un po’ geloso, per questo aveva aggredito Antonietta davanti ai suoi colleghi. “Ha visto qualcosa che non andava e ha fatto quello che non avrebbe dovuto fare”.