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L'Austria chiuderà 7 moschee e espellerà degli imam

Moschea austria

Lo ha annunciato il cancelliere Kurz, a causa di finanziamenti illeciti e di alcune fotografie scattate a Vienna.

A causa di alcune fotografie scattate a Vienna, che hanno irritato non poco il governo, l’Austria provvederà a disporre la chiusura di sette moschee ed espellerà dal Paese un gruppo di imam che ricevono sovvenzioni dall’estero, violando proprio quanto previsto dalla legge austriaca sull’Islam. Altri 40 imam, invece, rischiano di vedersi revocare il permesso di soggiorno. All’origine del provvedimento, appunto, delle immagini provenienti da una moschea della capitale austriaca gestita da un’organizzazione turca e diffuse dal settimanale Falter. Le foto ritraggono un gruppo di bambini durante la rappresentazione della storica battaglia di Gallipoli, svoltasi durante la Prima guerra mondiale, che vide l’Impero Ottomano e la Germania prevalere sulla Triplice intesa. Le parole con cui il cancelliere Sebstian Kurz ha spiegato le ragioni del provvedimento hanno già provocato un’accesa reazione da parte di Ankara, e il sostegno invece di Matteo Salvini.

Austria, moschee chiuse e imam espulsi

È una misura destinata a fare discutere quella annunciata dal cancelliere austriaco e leader del partito popolare Sebastian Kurz e dal ministro degli Interni Herbert Kickl, che hanno spiegato che l’Austria si appresta a disporre la chiusura di ben sette moschee presenti sul territorio nazionale e espellere alcuni imam.

Secondo i due politici, infatti, i capi dell’Associazione culturale turco-islamica (Atib) sarebbero accusati di finanziamenti illeciti provenienti dall’estero, un fatto che violerebbe la legge austriaca sull’Islam del 2015.

L’Autorità per gli affari religiosi ha infatti indagato su un episodio avvenuto in una delle moschee austriache a gestione nazionalista turca, che avrebbe dato fastidio al governo di Vienna. Nello specifico, da questa moschea di Vienna sarebbero state diffuse delle immagini che ritraggono diversi bambini vestiti da soldati e impegnati nella rappresentazione storica della battaglia di Gallipoli, avvenuta durante la Prima guerra mondiale e durante la quale l’Impero Ottomano sconfisse l’Impero Britannico e la Francia.

Oltre alla chiusura delle moschee e le espulsioni previste, altri 40 imam rischierebbero la revoca del permesso di soggiorno.

La decisione ha immediatamente scatenato la reazione della Turchia, con Ibrahim Kalin, portavoce di Erdogan, che tramite un tweet ha parlato di una misura che “è il riflesso dell’ondata Islamofobica, razzista e discriminatoria di questo paese. Un tentativo di colpire le comunità musulmane per ottenere facili vantaggi politici”.

Diverso l’avviso del leader della Lega Matteo Salvini, che ha twittato: “Chi usa la propria fede per mettere a rischio la sicurezza di un Paese va allontanato!”