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Lavoro, migranti e donne: il primo discorso di fine anno di Mattarella

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Il primo discorso di fine anno da Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella è stato improntato alla massima sobrietà. Mattarella ha scelto uno stile asciutto, con pochissimo spazio alla retorica, e a tratti quasi informale. Poco da presidente, o forse da vero presidente. Ha parlato di tu...

Il primo discorso di fine anno da Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella è stato improntato alla massima sobrietà.

Mattarella ha scelto uno stile asciutto, con pochissimo spazio alla retorica, e a tratti quasi informale. Poco da presidente, o forse da vero presidente. Ha parlato di tutti i principali argomenti del 2015 appena passato, tracciando un bilancio conclusivo e concentrandosi poi sul futuro, invitando gli italiani ad essere orgogliosi della loro nazione.

Accanto al tema del lavoro, “che è tornato a crescere”, il Presidente ha voluto sottolineare quello dell’evasione fiscale, “un elemento che ostacola la crescita”.”Secondo uno studio della Confindustria l’evasione fiscale ammonta a 122 miliardi di euro, ovvero al 7,5 per cento del Pil. Lo stesso studio dice che dimezzando l’evasione si potrebbero creare oltre 300 mila posti di lavoro. Gli evasori danneggiano la comunità nazionale e i cittadini onesti. Le tasse sarebbero più basse, se tutti le pagassero”.

Impossibile non parlare di migranti: “in questo periodo masse di persone si spostano per fuggire alla fame o in cerca di un futuro migliore. Donne e bambini muoiono, purtroppo, come è successo al piccolo Aylan, anche nell’indifferenza. Il fenomeno migratorio durerà a lungo: non si può rimuovere, ma si può governare. Può farlo con maggiore efficacia l’Unione Europea. L’Italia ha conosciuto l’emigrazione e oggi siamo un Paese di immigrazione. Ci sono esperienze positive di integrazione: il 70 per cento dei bambini stranieri in Italia ha come migliore amico un coetaneo italiano. Bisogna lavorare per abbattere pregiudizi e diffidenze prima che diventino muri dietro i quali possono nascere risentimenti. Serve accoglienza, ma anche rigore. Bisogna che vengano rispettate le leggi e la cultura del nostro Paese. Grandissima parte degli immigrati lavora onestamente e contribuisce al sistema previdenziale. Chi commette reati deve essere fermato e punito, come per gli italiani. Gli individui pericolosi vanno espulsi e le comunità straniere sono chiamate a collaborare con le istituzioni contro i predicatori di odio”. Così come impossibile non parlare di terrorismo: “realizzare condizione di pace e di stabilità nei Paesi dove si sviluppa il terrorismo è necessario anche per difendere l’Europa. Non esistono barriere artificiali o naturali che possano isolarci da quel che avviene in quei Paesi. Il terrorismo ci vuole impaurire e condizionare, non glielo permetteremo. Difenderemo le nostre scelte di vita. Voglio ricordare le vittime e la famiglia di Valeria Solesin. Agli altri Paesi europei abbiamo proposto di aumentare la collaborazione e di porre in comune risorse, capacità operative e conoscenze per meglio combattere il terrorismo di matrice islamista”.

Argomento caldo di questi giorni e, più in generale, di quest’ultimo mese di dicembre, in cui a Parigi si è svolta la Cop 21, è quello dell’ambiente: “a lungo è sembrato un problema teorico, invece è concreto e centrale. Bisogna avere maggior cura dei territori e bisogna combattere contro speculazioni e sfruttamento incontrollato delle risorse naturali. E’ confortante l’impegno spontaneo di tanti, ma serve un impegno maggiore. Si può chiedere di limitare l’uso delle auto private, ma l’uso del trasporto pubblico deve essere efficiente e purtroppo non dappertutto è così”.

Al futuro si deve comunque guardare con ottimismo, perché “l’Italia è ricca di esperienze positive, a tutte queste persone va il nostro grazie. E in particolare va a tre figure emblematiche: Fabiola Gianotti, che domani assumerà la direzione del Cern; a Samantha Cristoforetti, che abbiamo seguito con affetto nello spazio; a Nicole Orlando, atleta paraolimpica, che ha vinto quattro medaglie d’oro”. “Va un messaggio di riconoscenza a tutte le donne italiane, che devono fare i conti con una parità di diritti enunciata e non sempre attuata. Un pensiero particolare a persone con disabilità, agli anziani, ai malati e ai bambini nati nel 2015, che hanno portato gioia e che recano speranza per l’Italia del futuro”.