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Le cinque migliori start up italiane

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Alla scoperta delle start up che hanno segnato l'anno 2016 per qualità, cash flow e prospettive di innovazione. Ci siamo occupati in più occasioni del fenomeno start up: siamo partiti dal significato del termine, per poi andare a occuparci dei dieci esemplari più ricchi del mondo, capaci di maci...

Alla scoperta delle start up che hanno segnato l’anno 2016 per qualità, cash flow e prospettive di innovazione.

Ci siamo occupati in più occasioni del fenomeno start up: siamo partiti dal significato del termine, per poi andare a occuparci dei dieci esemplari più ricchi del mondo, capaci di macinare cifre quantificabili nell’ordine delle decine di miliardi di dollari. In Italia, come è ovvio – decisamente la Silicon Valley non appartiene alla nostra giurisdizione -, ci muoviamo su cifre molto più “modeste” – si fa per dire -, ma non per questo meno significative. Non solo: molte delle start up italiane si distinguono per innovazione e creatività, e alcune di esse sono contese a colpi di milioni dai grandi mercati internazionali. Alcune sono concepite in ambito accademico – è il caso, tanto per fare un nome, di Zehus, start up dedicata alla ricerca di soluzioni per la mobilità urbana ecosostenibile, sviluppata all’interno del Politecnico di Milano -, e designano un’altissima specializzazione degli sviluppatori. Nelle righe che seguono, abbiamo isolato, tra le tantissime menzionabili, le start up che secondo noi (parere opinabile in lungo e in largo, ovviamente) hanno rappresentato il meglio di ciò che è stato prodotto in Italia su questo specifico versante nel 2016. Per stilare questa classifica, ci siamo basati essenzialmente su tre parametri: qualità del servizio e/o prodotto erogato, cash flow e coefficiente di innovazione.

1. Soundreef. Resa celebre dall’adesione di musicisti come Fedez e Gigi D’Alessio, l’azienda che ha rotto il monopolio di fatto della SIAE nella gestione dei copyright e dei diritti d’autore è la vera novità degli ultimi mesi. A quanto pare, il suo sistema di raccolta dei proventi dei lavori creativi è a prova di contraffazione e di errore. Durerà? In casa SIAE sono passati al contrattacco, vediamo come la situazione evolverà negli anni a venire.
2. Musement. L’omonima app dedicata all’esplorazione e alla prenotazione di decine di migliaia di eventi di qualsiasi tipo (musei, concerti, attrazioni turistiche, spettacoli teatrali, cinema), in decine di città nel mondo, ha già rastrellato 22 milioni complessivi di investimenti internazionali, e promette di non fermarsi qui.
3. Depop. Anche qui si parla di una app, che permette di creare e gestire in poche mosse il proprio negozio online. Si parla di attività anche transitorie e occasionali, quindi si potrebbe parlare di bancarelle online. E non è un dispregiativo, anzi…
4. CharityStars. Amatissimo dai VIP, utilizzato da personaggi come Lionel Messi, Francesco Totti e Valentino Rossi per le loro iniziative filantropiche, è il sito/app di aste di beneficenza online che in pochi mesi si è meritata l’attenzione di tanti aspiranti benefattori.
5. Mosaicoon. Questa start up siciliana si è aggiudicata lo Stevie Award per la società più innovativa in Europa nel 2016. Di cosa si tratta? Di produzione e distribuzione di campagne virali online, in cui viene curata tanto la qualità dei contenuti quanto la loro ampia diffusione.