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Le Iene, Ermal Meta sugli sbarchi in Italia: "Siate gentili, tra quelle vite c'era anche la mia"

Le Iene Ermal Meta

Le Iene: il toccante monologo di Ermal Meta sugli sbarchi in Italia.

Ermal Meta, ospite de Le Iene, ha portato in scena un monologo commovente, la storia del ‘suo’ arrivo in Italia. Il cantante ha lanciato un importante appello agli italiani.

Le Iene: il monologo di Ermal Meta

Nel corso dell’ultima puntata de Le Iene, Ermal Meta ha portato in scena un toccante monologo. Partendo dalla storia del ‘suo’ arrivo in Italia, ha parlato degli sbarchi e dei sentimenti che muovono i migranti a fuggire dalla loro terra. Ermal Meta, partendo dal vissuto di sua madre, ha esordito:

“Quella donna non si fidava di nessuno. Un giorno, per strada, uno sconosciuto la avvicina e le dice che ha sentito delle cose, cose orribili che stanno per succederle. Lei si spaventa, ma gli crede. Del resto ad una donna senza marito a quei tempi poteva accadere di tutto”.

Il racconto di Ermal Meta

Ermal Meta ha proseguito:

“Lo sconosciuto le consiglia di andare via, ma lei non sa come fare. Lui si offre di pagare di tasca sua un passaporto straniero, tedesco. Non vuole niente in cambio. Le chiede solo delle fototessere. Quando lei gli domanda perché la sta aiutando, lui le risponde che non lo fa solo per lei, ma anche per i suoi figli. Andare alla polizia è inutile e lo sa fin troppo bene”.

E’ così che la mamma dell’artista tenta il tutto per tutto e abbandona la sua terra. Ermal ha raccontato che sua madre lascia i figli a casa con tanta speranza nel cuore. L’arrivo in Italia, però, è più difficile di quello che immaginava.

L’appello di Ermal Meta

Ermal Meta ha proseguito:

“Si trova entra nel porto di Brindisi. Prima dello sbarco, ogni passaporto viene controllato meticolosamente. Un ufficiale afferra quello della donna e le lancia un’occhiata prima di sparire dietro una porta. Sembra aver già capito. Torna indietro dopo un po’ e la chiama in disparte. ‘Questo passaporto è falso, lo sa vero?’ le dice a bassa voce. ‘Sì, lo so’, ammette lei. ‘Non posso farla passare, devo rimandarla indietro’. La donna piange cercando di non farsi vedere dagli altri. Poi dalla borsa, tira fuori una fotografia e gliela mette davanti. ‘Questi sono i miei tre figli. Se torno indietro non ci sarà un futuro per loro’, gli dice. Lui indugia ancora, scrutandola, mentre la donna prega. Di colpo lui apre il passaporto e lo timbra prima di ridarglielo. È libera di andare. Lei vorrebbe abbracciarlo, ma non può. ‘Vada via, e buona fortuna!’, le dice l’ufficiale indicandole la porta verso il suo futuro incerto, ma tutto da scrivere. Non si vedranno più. Due atti di gentilezza salvarono quattro vite. Tra quelle vite c’era anche la mia. Siate gentili. Potreste salvare qualcuno”.