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San Luca, il paese calabro dove le elezioni e il sindaco non esistono

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San Luca è un piccolo paese della Locride in Calabria dove le elezioni e il sindaco non esistono per colpa delle cosche e della 'ndrangheta.

Come emerge da un servizio andato in onda stasera su Italia Uno, una trasmissione ha aperto con un servizio dedicato a San Luca, un paesino della Locride in Calabria, dove da tantissimo tempo non si vota più in quanto manca il sindaco e nessuno si candida per ricoprire questo ruolo. Il servizio su San Luca è stato realizzato da Giulio Golia, uno degli inviati del programma che si è recato sul posto per capire cosa stia accadendo.

San Luca è un piccolo paesino calabro dove la mafia, le cosche e la ‘ndrangheta non permettono di ricoprire la funzione di sindaco e di dedicarsi alle elezioni dal momento che nessuno vota e nessuno si candida. San Luca è un paesino che si trova nel cuore dell’Aspromonte. Un paese dove non c’è il sindaco.

Parlando con i cittadini, si scopre che ci sono:

  • 30 commercialisti
  • 40 avvocati
  • 20 medici.

Come si evince dal servizio di Giulio Golia, tutti i cittadini hanno cognomi importanti, pesanti. I loro cognomi sono appartenenti al mondo dei clan, come Pelle, Nilde e Fanti. Tutti questi cognomi, insieme ad altri, sono legati alla mafia, alle cosche e alla strage di Duisburg. I cittadini di San Luca sono arrabbiati con i giornalisti, i quali puntano il dito sulle accuse e non sulle archiviazioni.

Siccome nel paese manca il sindaco e nessuno ricopre questa funzione, vi è un commissario prefettizio che ricopre questo ruolo, un “uomo di Stato” in un paese colluso con la mafia.

Le opinioni degli abitanti

“Questo è il paese di Corrado Alvaro, non dei delinquenti”, sono le dichiarazioni dei cittadini del paese. Un paese in cui da ben tre anni non si vota e non vi sono le elezioni. Nel maggio del 2013, le tre liste per l’elezione del sindaco, sono state sciolte dal Viminale perché colluse con la mafia. “Volete sapere perché non si fa una lista? – dice uno degli anziani. “Perché ci fanno stare due mesi e poi ci sciolgono. Anzi, ci arrestano e non sappiamo neanche perché”.

Su un totale di circa 4000 anime, molti di loro hanno rapporti con le cosche e con la mafia. Vi sono famiglie come quella di Sebastiano Nirta, Francesco Vottari, catturato perché latitante e anche quella della cosca Strangio, le quali sono in rapporti con la mafia e le cosche.

In questo momento, il paese di San Luca fa affidamento al suo commissario prefettizio, del quale gli stessi cittadini si dicono soddisfatti. “Questo commissario non è male. Alcune cose, come la sistemazione dell’acquedotto, le sta facendo. Al domani nessuno ci pensa, perché qui ci sono genitori costretti a mantenere i figli. Qui non c’è lavoro, non c’è futuro, non c’è niente. Qui lo Stato lo vediamo solo quando i carabinieri vengono ad arrestare qualcuno”.

Se a candidarsi per le prossime elezioni sarebbe il commissario prefettizio, molto probabilmente vincerebbe e sarebbe eletto a sindaco.