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Le mani della camorra sui funerali, una tangente su ogni bara

La mafia dei funerali attiva in Campania

Le mani della camorra sui funerali, una tangente su ogni bara: gli elementi di indagine che hanno svelato i retroscena sul clan Bidognetti

In Campania le mani della camorra sui funerali, una tangente su ogni bara: le dichiarazioni di un pentito fanno emergere il racket del caro estinto in provincia di Caserta.  Come funzionava? Con un cartello di imprese nel settore delle onoranze funebri, attivo da anni e che sarebbe la “cassa” dei rinato clan camorristico dei Bidognetti

Le mani della camorra sui funerali

Tutto era emerso dalla tentata estorsione ad un imprenditore che non si è adeguato al cartello del clan. Poi anche malcontenti e minacce ad altri affiliati di ‘stare al loro posto’ nella riscossione delle tangenti. Tutto questo è il sunto delle dichiarazioni rese dal pentito Umberto Venosa sui retroscena del racket del caro estinto. Tutto era emerso da una maxi inchiesta dei carabinieri del comando provinciale di Caserta coordinata dalla Dda di Napoli. L’inchiesta puntava a far luce  sulla riorganizzazione del clan dei Casalesi in particolare delle fazioni Schiavone e Bidognetti. 

Il 50% di ogni cerimonia funebre al clan

L’indagine antimafia era culminata con l’emissione di 37 misure cautelari tra carcere, domiciliari e obblighi di dimora. Lo schema del racket sui funerali era ben preciso: “Tutti (o quasi) gli imprenditori nel settore delle onoranze funebri dell’agro aversano dovevano praticare un prezzo concordato con il clan” in modo che questi potesse ricevere una parte dei proventi pari al 50% delle entrate percepite per ogni funerale quasi fosse un socio occulto.