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Le mille giravolte di Flavio Briatore: il Crazy Pizza è l'unico vero vincitore

Briatore

L'imprenditore è riuscito a far parlare del suo ristorante più di quanto il menù da solo avrebbe mai potuto fare.

Si finisce per avere un gran mal di testa, a furia di stare al passo con tutte le giravolte che Flavio Briatore è riuscito a compiere in poche ore. Dopo giorni di polemica per il costo della pizza napoletana (“In quelle da 4-5 euro che ci mettono? Sfido chiunque a fare profitto, è impossibile. Devono pagare fornitore, l’Iva, pagare tasse. O vendi 50 mila pizze al giorno o non capisco. Questi danno una mattonata di pizza con dentro il laghetto di pomodoro e finisce lì. Quando vendi un prodotto vendi la qualità poi ognuno sceglie dove andare. Loro non prendono i prodotti che prendiamo noi“), l’imprenditore era riuscito ad affermare che “la pizza non è napoletana, la si mangia in tutto il mondo. E anche se è stata inventata a Napoli, gli altri l’hanno migliorata con gusti diversi: uno può inventare una roba e gli altri la possono modificare e farla meglio” – i suoi pizzaioli, immaginiamo – “la fanno meglio“.

Poi, all’improvviso, un quasi dietrofront. Ospite a La Zanzara, Briatore ha annunciato di voler aprire una pizzeria proprio lì, a Napoli, “città che adoro. Appena trovo una location, apro un Crazy Pizza lì“. Resta da chiedersi se anche nella patria della pizza a portafoglio, nella città in cui la margherita resta il piatto popolare per eccellenza, potrà avere qualche appeal una marinara a 13 euro o una pizza che sfiora i 70 per la presenza del Pata Negra.

O forse la domanda vera è: avrebbe mai potuto funzionare prima che montasse tutta questa polemica? Le diatribe a mezzo stampa sono uno strumento tanto potente quanto delicato, una bufera in cui serve un capitano capace di navigare in acque torbide, se non si vuole correre il rischio che la nave si incagli con tutto il suo equipaggio. E di Briatore molto si può dire ma non che, destreggiandosi tra una polemica e l’altra, non sappia tirare acqua al suo mulino.

E così, tra una proposta di cena a quattro mani con Sorbillo e una polemica con il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, tra un dibattito al bar e una recensione in diretta streaming, tirando un colpo al cerchio e uno alla botte, è riuscito a far parlare del Crazy Pizza più di quanto il suo menù da solo avrebbe mai potuto fare. In una danza mediatica da cui, alla fine, è il suo marchio l’unico a uscirne davvero vincitore.