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Legge elettorale, ecco come funziona la proposta in discussione alla Camera

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Come funziona la nuova legge elettorale? La discussione inizia oggi alla Camera dei Deputati e il primo testo approvato è previsto già entro luglio.

Di legge elettorale si inizia a discutere proprio oggi alla Camera. Secondi alcuni, l’approvazione della prima stesura del testo potrebbe arrivare già entro la fine di giugno o ai primi di luglio. In seguito toccherà al Senato. La proposta su cui inizieranno i lavori parlamentari si è mossa ispirandosi dapprima al modello tedesco, poi sono intervenute alcune modifiche. Ecco come funziona la nuova legge elettorale.

Il modello tedesco

Il sistema sul quale buona parte delle forze politiche del Paese sembrano aver trovato un accordo richiama quello tedesco. A Berlino si vota con un proporzionale che consente di esprimere due preferenze, una per il candidato singolo, una per la lista, con conseguente ridistribuzione dei seggi ai vari schieramenti. Particolarità tedesca è il fatto che il numero dei parlamentari sia, proprio in conseguenza della legge elettorale adottata, variabile. Una differenza non da poco rispetto all’Italia.

Come funziona la nuova legge elettorale

La nuova legge elettorale è di tipo proporzionale. A una certa percentuale di voti corrisponde la medesima percentuale di seggi, più quelli derivanti dall’eventuale mancato raggiungimento, da parte di una o più forze politiche, della soglia di sbarramento, fissata al 5%.

Si prevedono 28 circoscrizioni per la Camera (225 collegi) e 20 circoscrizioni per il Senato (115 collegi), alle quali vanno aggiunte le circoscrizioni per la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e l’estero. A ciascun collegio corrisponde un solo candidato per ciascun partito (è il sistema dei collegi uninominali). Chi viene eletto vincendo nel proprio collegio ha il seggio assicurato, per un totale di 225 deputati e 115 senatori. Per vincere è sufficiente la maggioranza relativa dei voti.

I rimanenti seggi vengono distribuiti in base al numero di voti raccolti da ciascun partito in ciascuna circoscrizione. Qui, le forze politiche presentano una lista con da due a sei nominativi, indicati separatamente rispetto a quello del candidato del collegio uninominale. La lista, chiamata lista “bloccata”, è in ordine non casuale, nel senso che i seggi sono assegnati a partire dal primo nome (quindi se un partito ha diritto, per esempio, a due parlamentari, si eleggono i primi due nomi della lista). A differenza del modello tedesco, all’elettore spetta un voto soltanto, cioè non è possibile esprimere due preferenze separate per il collegio uninominale e per la lista. In altre parole, non è possibile quello che si chiama “voto disgiunto”.

Verso il voto anticipato

L’obiettivo dei partiti sembra essere quello di andare al voto anticipato, anche se non è del tutto chiaro se su questo punto tutti i leader delle principali forze politiche siano davvero d’accordo. Chi si è espresso in modo durissimo su questa ipotesi è stato l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha puntato il dito contro “quattro leader di partito che agiscono solo calcolando le proprie convenienze“. Il voto anticipato, secondo Napolitano, sarebbe il frutto “paradossale” di un accordo “extra costituzionale” proprio in merito alla legge elettorale. “In tutti i Paesi democratici europei”, ha ricordato l’ex presidente, “si vota alla scadenza naturale delle legislature”.