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"Legge su criptovalute necessaria per evitare Far West"

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Milano, 26 MAG. (askanews) - Commercialisti in prima linea nella sfida dell'innovazione a tutela della legalità e del mercato: è la volontà emersa dai lavori del convegno "Cybersecurity e Criptovalute, il commercialista nella Sfida con la Modernità", organizzato dall Associazione Nazionale Com...

Milano, 26 MAG. (askanews) – Commercialisti in prima linea nella sfida dell’innovazione a tutela della legalità e del mercato: è la volontà emersa dai lavori del convegno “Cybersecurity e Criptovalute, il commercialista nella Sfida con la Modernità”, organizzato dall Associazione Nazionale Commercialisti, presieduta da Marco Cuchel.

Ai lavori ha partecipato Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa con delega alla Cybersecurity che ha ribadito la necessità di arrivare in tempi brevi ad una legge sulle criptovalute. “Una legge sulle criptovalute è necessaria per evitare che ci sia il Far West in un settore che deve essere regolamentato e disciplinato per evitare che il crimine e operatori improvvisati possano prendere il sopravvento – ha detto Giorgio Mulè – Deve essere una legge che guarda al futuro fondato sulla digitalizzazione dell euro, e deve essere più amichevole possibile. Ma per fare questo bisogna agire in fretta e bene siamo nel pieno di una forma nuova di rivoluzione monetaria che è già in atto e sulla quale si può essere superati”.

Tra le proposte di legge già presentate, alcune indicano anche i commercialisti come soggetti di garanzia delle transazioni con criptovalute: è un segnale di riconoscimento del ruolo svolto dai professionisti nella continua evoluzione tecnologica. Ma – auspica il presidente dell Anc – bisogna anche che le istituzioni diano seguito al riconoscimento coinvolgendo concretamente i professionisti negli iter e nei tavoli di elaborazione decisionale e normativa.

“Ancora una volta – ha sostenuto il numero uno di Anc – in settori innovativi, quasi di nicchia, il commercialista può introdursi grazie alle competenze che ha acquisito nel tempo e che risiedono nel proprio bagaglio professionale come soggetto di garanzia di quello che avviene. Certamente quello che gradiremmo, oltre al riconoscimento formale, è anche un riconoscimento sostanziale da parte della politica e delle istituzioni rispetto a un ruolo che riteniamo determinante per il buon funzionamento del sistema Paese che invece fino a oggi ci ha visto esclusi da tantissimi tavoli”.

Nel corso dei lavori non è mancato un confronto sull attuale testo di legge in discussione al Senato sull equo compenso. “Quella dell’equo compenso è una norma sicuramente perfettibile sulla quale bisogna lavorare per poter migliorare alcuni aspetti che devono tutelare la figura dei commercialisti e dei consulenti in maniera incisiva – ha detto Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili – Bisogna procedere per priorità. Oggi la categoria ha bisogno di un parametro che sia opponibile all’interno di un mercato professionale sempre più liberalizzato e cannibalizzato. E’ importante cercare di modificare la norma – aggiunge – smussando quegli aspetti che la rendono, sotto alcuni punti di vista, non perfetta.

Su equo compenso e riforma della giustizia tributaria si è infine espresso anche Andrea De Bertoldi, segretario della Commissione Finanze al Senato della Repubblica. “Auspichiamo che le forze le forze politiche di maggioranza garantiscano di non voler affossare la legge Melon – ha detto De Bertoldi – la legge che vuole tutelare attraverso l equo compenso due milioni di professionisti italiani. Se così fosse Fratelli d’Italia è prontissima a fare quelle modifiche che ulteriormente darebbero un apporto ai professionisti”.