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Legionella in Lombardia: grave a Monza un 29enne bresciano

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Un 29enne di Brescia è arrivato in pronto soccorso con i tipici sintomi di polmonite da legionella. Le sue condizioni sono gravi ma stabili.

Tredicesimo caso di polmonite da legionella in Lombardia. Un ragazzo di 29 anni di Brescia è stato ricoverato in terapia intensiva a Monza, attaccato alla macchina Ecmo per la pulizia del sangue. L’assessore al Welfare Giulio Gallera assicura però che non è il caso di chiudere le scuole.

Polmonite da legionella: nuovo caso

“A ieri fino alle ore 20 vi sono stati 235 accessi al pronto soccorso, 196 sono le persone attualmente ricoverate, 12 le persone che hanno rifiutato il ricovero o che sono state dimesse, due i decessi, uno con una diagnosi accertata di legionella” riferiva l’assessore al Welfare Giulio Gallera riferendo in Consiglio regionale sull’epidemia di polmonite che sta interessando in Lombardia il Bresciano, il Mantovano e il Cremonese. Di questi, dodici sono casi di legionella. Anzi tredici, visto che questa mattina si è diffusa la notizia del ricovero di un ragazzo bresciano di 29 anni.

Il giovane si era presentato al pronto soccorso di Gavardo (Brescia) con i classici sintomi della legionella. I medici hanno quindi chiesto assistenza ad una struttura maggiormente specializzata, e così il 29enne è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva del San Gerardo di Monza. Attualmente, si trova collegato all’Ecmo, la macchina usata per la pulizia del sangue. L’ospedale riferisce che le condizioni del ragazzo sono gravi ma attualmente stabili.

I medici sperano quindi che, vista la giovane età, il 29enne possa affrontare con maggior vigore l’infezione batteriologica. La prognosi però non è stata ancora sciolta, e si attendono gli sviluppi della malattia per dichiararlo fuori pericolo. Non sono ancora chiare le cause di questa “epidemia” di legionella, iniziata nel bresciano ma che ultimamente si è diffusa anche nella provincia di Mantova e Cremona. L’assessore Gallera però precisa: “La legionella non si propaga bevendo l’acqua o per contagio tra persone, non vi è alcun motivo per chiudere le scuole“.