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Leonardo Riberti, l'infermiera cercò di afferrarlo: "Non voleva suicidarsi"

Leonardo Riberti

Leonardo Riberti ha perso la vita mentre era ricoverato all'ospedale Maggiore di Bologna. Non si è trattato di un suicidio.

Leonardo Riberti non si è suicidato. Il giovane, di 21 anni, ha tragicamente perso la vita mentre era ricoverato all’ospedale Maggiore di Bologna, dopo un attacco psicotico. 

Leonardo Riberti, l’infermiera cercò di afferrarlo: “Non voleva suicidarsi”

Leonardo Riberti, 21enne di Ferrara, si sarebbe gettato da una finestra dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Il padre, Davide Riberti, avvocato civilista, chiede che venga fatta chiarezza sulla morte del figlio, un paziente psichiatrico. L’uomo è convinto che il figlio non si sia suicidato ma che stesse tentando di scappare. Secondo le prime ricostruzioni, infatti, dopo un primo tentativo di fuga sarebbe stato chiamato uno psichiatra per un consulto, ma era impegnato in un’altra emergenza. Un’infermiera avrebbe cercato di afferrarlo, ma il ragazzo si sarebbe lanciato dalla finestra. Secondo l’azienda ospedaliera si è trattato di un “suicidio“, ma la famiglia, seguita dall’avvocato Fabio Anselmo, ha fatto denuncia, ipotizzando i reati di omicidio colposo e abbandono di incapace. Il ragazzo era stato ricoverato all’ospedale di Cona, in preda ad allucinazioni. Da tempo aveva disturbi psichiatrici, che erano peggiorati con il lockdown. Nel reparto aveva ingerito una pedina di un gioco da tavola ed era stato trasferito al Maggiore per rimuoverla. Il padre ha ricevuto una telefonata in cui gli è stato comunicato che il figlio si era suicidato, dopo un primo tentativo di fuga avvenuto ore prima.

Il padre chiede chiarezza sulla vicenda

Il padre vuole maggiore chiarezza e delle risposte, in quanto non crede al suicidio. “Chiedo che siano accertate le negligenze. Chiedo perché Leonardo è andato al Maggiore senza che ci fosse con lui personale specializzato. Voglio sapere se i medici avevano avuto la sua cartella clinica: era un paziente a rischio, altre volte aveva tentato di fuggire. In ospedale un medico mi ha abbracciato piangendo e mi ha detto: ‘Non mi avevano informato che aveva questi problemi’. Perché non è stato sorvegliato dopo il primo tentativo di fuga? Perché non è stata chiesta la visita di un esperto, non è stato piantonato o legato? E ancora: la finestra per me non era bloccata a metà ma aperta: mio figlio non poteva passare da una fessura di venti centimetri. E come si può chiamare un padre solo alle 8 del mattino?” ha dichiarato Davide Riberti. L’uomo è convinto che il figlio abbia cercato di fuggire, ma è finita in tragedia. L’Ausl ha avviato un’inchiesta interna. “Come si può dire che si è suicidato? Sabato mattina ho consegnato mio figlio a un reparto di psichiatria. Doveva essere curato, protetto. È morto. Leonardo era diplomato, non aveva mai commesso reati, mai tentato il suicidio. Sarebbe dovuto andare in una clinica, aveva deciso di curarsi perché stava male. Sono state omesse responsabilità gravissime” ha aggiunto il padre.