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La curiosa amicizia tra un leone imponente e un cane bassotto

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Esistono amicizie impensabili ma stupende proprio perchè inverosimili, come quella tra Bonedigger e Milo, un leone e un cane bassotto.

Ovunque si volga lo sguardo, si possono incontrare amicizie curiose e rese ancora più belle proprio perchè, talvolta, inverosimili. C’è qualcosa di commovente, all’interno di un legame tra due animali diversi, indipendentemente dalle loro specie e dalla loro taglia. Ma se c’è amore, l’aspetto fisico non conta. Giusto? Eccovi, allora, un leone di 158 kg e un cane bassotto, ovviamente molto più piccolo. Cosa li accomuna? Un’inseparabile amicizia. Il leone si chiama Bonedigger e il bassotto tedesco, invece, Milo. Sono tra loro talmente uniti che il cane si sente addirittura a proprio agio nel leccare i denti e la bocca dell’enorme leone. La coppia vive nel G.W Exotic Animal Park di Wynnewood, nello Stato dell’Oklahoma, Stati Uniti. Bonedigger e Milo sono inseparabili ormai da ben 5 anni.

L’amicizia tra un leone e un cane bassotto

Un addestratore che lavora nel parco ha avuto il privilegio di essere testimone del profondo legame che unisce questi due davvero improbabili amici. Secondo lui, Milo è come se fosse il dentista personale di Bonedigger, per la pulizia dei denti che, di tanto in tanto, gli fa. E il leone si trastulla in panciolle, godendosi questa manifestazione di affetto da parte del suo minuscolo amico. Impossibile stancarsi di guardarli.

Come molti altri mammiferi sociali, i leoni possono manifestare un’ampia gamma di comportamenti per comunicare affetto. Nei branchi di leoni a riposo, ad esempio, si possono osservare femmine che si puliscono a vicenda il manto, che si leccano la testa o cuccioli che giocano fra di loro. Lo sfregamento della fronte, del muso e del collo, in particolar modo, sono considerati segnali di saluto, soprattutto al termine di una lotta o se gli animali sono stati lontani l’uno dall’altro per diverso tempo.

I leoni, inoltre, hanno una vasta gamma di espressioni facciali e posture utilizzate per “parlare” tra loro. Ma anche un interessante repertorio vocale che contempla, ad esempio, variazioni di intensità, di frequenza e segnali prefissati. Tra i suoni emessi da un leone, ci sono: il ruggito, il brontolio, il sibilo, le fusa, il colpo di tosse, l’abbaiamento e, addirittura, il miagolio. Ma è il ruggito, ovviamente, a farla da padrone. Si tratta del verso più caratteristico dei leoni: si inizia con alcuni ruggiti profondi e durevoli e si conclude con una serie di ruggiti più corti. Il momento in cui li si sente maggiormente è la notte. I ruggiti possono addirittura essere percepiti a una distanza di 8 km e sono utili per segnalare la presenza dello stesso animale. La loro intensità sonora è tra le più alte della famiglia dei grandi felini.

I precedenti

Solo in condizioni particolari, i leoni sono in grado di stabilire legami affettivi con altre specie, incluso l’uomo. Ci fu un episodio particolarmente insolito che si verificò in Kenya, nel 2005. Una leonessa adottò alcuni piccoli di orice, allevandoli e proteggendoli anche dagli attacchi dei propri simili. Una nota vicenda di relazione affettiva fra uomo e leone, invece, è quella narrata da Joy Adamson nel suo romanzo autobiografico Nata libera.